Aggressione al medico D'Amante, contestata un'aggravante all'imputato
Il medico era stato aggredito il 14 giugno del 2017, nei pressi dell'abitazione
DIAMANTE – 8 apr. 22 - La vicenda del pestaggio subito dal dottor Raffaele D'Amante, il 14 giugno del 2017, torna nelle aule di giustizia. I fatti sono complessi e si riferiscono al settore delle vaccinazioni effettuate dal poliambulatorio di Scalea, nel 2015. Questione, oggi, ancor più dibattuta per la situazione pandemica. L’avvocato Francesco Liserre, difensore della vittima costituitasi parte civile, ieri in tribunale ha sollecitato il pubblico ministero a contestare, all’imputato una circostanza aggravante relativa alle gravi lesioni subite dal medico. Il Pm, accogliendo tale richiesta, ha proceduto a modificare, in tal senso, il capo d’imputazione, dinanzi all’imputato, F.A.M., presente in aula e difeso dall’avvocato Michele Rizzo.
C'è anche l’ordine dei medici di Cosenza, come è noto, che si è costituito parte civile nel processo in corso, con il patrocinio dell’avvocato Herman Altomare. Il tribunale di Paola, Giudice Carotenuto, concedendo un termine a difesa richiesto dalla difesa dell’imputato, ha rinviato il processo ad un’udienza interlocutoria del 19 maggio prossimo, per discutere sulla modifica del capo d’imputazione, così come richiesto e ottenuto dalla parte civile. L'avvocato Francesco Liserre, ieri mattina, prima che si procedesse alla discussione del processo sull’aggressione aveva presentato la richiesta della circostanza aggravante.
Sul banco degli imputati, F.A.M., padre del bambino al quale venne inoculato il vaccino, nel 2015. Il pestaggio del dottor D'Amante, secondo l'accusa, sarebbe maturato dal convincimento, dell'aggressore, che una dose di vaccino somministrata dal dottore al proprio figlioletto, potesse diventare causa dell'insorgenza di una patologia autistica. Il dottore D'Amante era stato ricoverato in ospedale dopo aver riportato gravi ferite.