Agguato a Tortora: scena muta degli indagati davanti al Gip. Prevista l'autopsia sul corpo di Prisco
Aggiornamento: 20 mar 2023
Ieri si è tenuto l'interrogatorio di garanzia. Nessuno degli indagati ha risposto al Gip
TORTORA – 18 mar. 23 - Per l'agguato mortale di Francesco Prisco i tre indagati restano in carcere. Nella casa circondariale di Paola, ieri, si è svolto l'interrogatorio di garanzia, come da prassi, dei tre sospettati dell'azione punitiva che, come è noto, dopo dieci giorni è divenuta un omicidio. E, infatti, alle tre persone sottoposte a fermo, ma da ritenere innocenti fino a prova contraria, Angelo Lentini, 43 anni, di Scalea; Michele Tufano, 40 anni, originario di Ottaviano (Napoli) residente a Tortora; e Jonathan Russo, anch'egli 40enne di Scalea, viene contestato l'articolo 575, “omicidio doloso”, perché, in concorso tra di loro, avrebbero causato la morte di Francesco Prisco. Angelo Lentini, assistito dall'avvocato Piero Russo, in sostituzione dell'avvocato di fiducia Giuseppe Pizzimenti, non ha risposto alle domande del Gip, Rosamaria Mesiti. Presente anche il pubblico ministero, Mariolina Bannò.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche Michele Tufano e Jonathan Russo, assistiti entrambi dall'avvocato Giuseppe Bello, e Tufano, anche dall'avvocato Antonio Tomeo del foro di Napoli. Una decisione, forse, dettata anche dai tempi ristretti fra l'arresto avvenuto nella notte di giovedì e l'interrogatorio che come è noto, però, deve essere effettuato entro i cinque giorni.
IN SETTIMANA L'AUTOPSIA
Contestualmente alla documentazione relativa all'arresto dei tre è stato consegnato anche un avvisto per l'accertamento irripetibile. Si tratta, in pratica dell'esame autoptico che verrà effettuato presumibilmente tra lunedì e martedì prossimi, forse nella sala dell'ospedale Annunziata di Cosenza. La procura di Paola ha indicato il medico legale Pierantonio Ricci di Benevento. Gli avvocati difensori si sono riservati, a breve, di indicare il nome dei medici che presenzieranno all'esame autoptico. Soltanto, dopo l'esame irripetibile sarà possibile dissequestrare la salma e restituirla ai familiari per la sepoltura.
LA GRAVITA' INDIZIARIA
Per quanto riguarda gli indagati, come è noto, il Gip Mesiti ha ritenuto sussistere gli elementi di gravità indiziaria raccolti dagli investigatori ed ha consegnato ai tre indagati l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, in attesa delle future determinazioni. Il pericolo si riscontrerebbe nella indicata pericolosa personalità degli indagati. Gli indagati, sono ritenuti in grado di potersi agevolmente procurare la disponibilità di un'arma di elevata capacità offensiva illegalmente detenuta e con questa, a seguito di un litigio, attuare un'azione mirata a cercare la vittima per poi colpirla con le cruente modalità ricostruite dagli investigatori; elementi, questi, secondo quanto si evince, indicativi di violenza dell'indole, mancanza di scrupoli ed elevata capacità criminale con riferimento alla personalità degli indagati. “È pacifico, del resto, che la condotta tenuta in occasione della commissione del reato costituisca un elemento diretto ed assai significativo per interpretare la personalità dell'agente; nulla impedisce, dunque, di attribuire alle medesime modalità e circostanze una duplice valenza, e sul piano della gravità oggettiva, e sul piano dell'apprezzamento della capacità a delinquere dell'agente”.