Aieta, rammarico per l'incendio avvenuto alla chiesa della Visitazione
Aieta, incendio alla chiesa della Visitazione, danni al coro ligneo
AIETA – 28 set. 23 - Preoccupazione e rammarico per l'incendio che ha interessato la Chiesa Santa Maria della Visitazione di Aieta. nella notte tra martedì 26 e mercoledì 27 settembre. “Costruita dove già esisteva una piccola chiesa di epoca normanna – si legge nelle note - denominata S. Maria de Fora (cioè fuori dal centro abitato, allora rappresentato dai rioni Cantogrande e Julitta) divenne unica chiesa parrocchiale l'8 novembre 1530. Si presenta a croce latina, con navata centrale e due laterali in cui sono collocate, per ogni lato, tre cappelle con altari”. Secondo quanto appreso, le fiamme avrebbero danneggiato maggiormente l’antico coro ligneo che si trova dietro l’altare maggiore. Le fiamme non si sono estese, per fortuna, all'intera struttura; la quantificazione dei danni è in corso di accertamento.
Il fumo nero ha annerito le pareti della chiesa ed ha coperto alcune parti che probabilmente grazie ad un accurato restauro potranno tornare allo stato di origine. Si pensa ad un corto circuito, ma non si escludono altre cause. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Il sindaco, Pasquale De Franco, amareggiato è pronto ad impegnarsi per fare in modo che la struttura torni all'antico splendore. Nel 1576, nella chiesa, fu collocato nell'abside il grande quadro ad olio su tavola raffigurante la Visitazione, opera dell'artista napoletano Fabrizio Santafede. Nella chiesa è presente anche un prezioso strumento musicale di scuola napoletana, costruito dall'organaro Bossi e consegnato alla chiesa il 19 agosto 1673. “Un primo restauro, eseguito nel 1907 – si legge - aggiunse una fisarmonica e la tastiera di avorio ed ebano, entrambe di gusto ottocentesco. Nel corso degli anni, l'incuria e il disinteresse avevano reso inutilizzabile lo strumento, finché nel giugno 1995 si è provveduto ad un sostanzioso restauro che ha salvato la maggior parte dei materiali antichi, restituendo all'organo quella voce e quei colori che il tempo aveva offuscato”.