Arresti domiciliari per due e sequestro beni per 230mila euro a Vibo Valentia
Aggiornamento: 22 mag
Due dirigenti di un servizio pubblico locale gestito e finanziato dalla Regione Calabria, si sarebbero appropriati, nel tempo, di ingenti somme di denaro, misura cautelare e sequestro di beni
Vibo Valentia, 21 maggio 2024 - Misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due indagati e sequestro preventivo di beni per un ammontare pari a 230.110,22 euro.
Le indagini hanno permesso di appurare come due dirigenti di un servizio pubblico locale gestito e finanziato dalla Regione Calabria, si siano appropriati, nel tempo, di ingenti somme di denaro, pari all’importo sequestrato, destinandole, tra l’altro, a propri congiunti mediante il conferimento diretto di incarichi in palese conflitto di interesse, eludendo le disposizioni normative in materia di accesso al pubblico impiego.
L'attività è del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, unitamente alla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Vibo Valentia e alla Polizia Locale di Vibo Valentia.
In particolare, dagli accertamenti svolti è emerso che, per l’espletamento delle attività connesse alla realizzazione dei progetti a cui ha preso parte, l’ente si è avvalso, negli anni, oltre che del personale regolarmente assunto, anche di altri soggetti, mediante contratti di lavoro autonomo conferiti attraverso lettere di incarico prive di ogni riferimento circa la tipologia di selezione utilizzata e nelle quali non si dava atto di aver reso pubblica la ricerca di personale in quello specifico settore. La pluralità di incarichi dal medesimo contenuto, reiteratamente conferiti a familiari delle persone colpite da misura cautelare evidenzia, peraltro, la sussistenza di esigenze non temporanee ed eccezionali, ma ordinarie e perduranti, rispetto alle quali l'amministrazione avrebbe dovuto trovare idonee soluzioni in termini di programmazione dei fabbisogni di personale, nonché di aggiornamento e formazione dei profili professionali interni.
L’analisi della documentazione amministrativa ha consentito, altresì, di accertare che, negli anni, l’ente ha approvato bilanci senza sottoporli al vaglio di un apposito Revisore dei Conti, figura mai nominata.
I bilanci, inoltre, risultavano essere “manipolati” al fine di dare false informative economico-finanziarie, attraverso una rappresentazione fuorviante della situazione reale.
La gestione illecita della cosa pubblica, così realizzata, ha portato al dissesto dell’ente che nel periodo preso in esame ha maturato una situazione debitoria quantificata in circa 700.000,00.
L’intervento delle Fiamme Gialle vibonesi conferma la rilevanza dell’azione del Corpo a tutela della legalità economico-finanziaria volta, tra l’altro, a controllare il corretto impiego delle risorse a tutela della crescita economica e occupazionale del Paese.
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