Belvedere, bomba alla clinica Tirrenia: "un atto mafioso"
Le riflessioni del giorno dopo sul grave atto intimidatorio compiuto alla clinica della marina di Belvedere Marittimo
BELVEDERE – 14 ott. 22 - C'è chi lo definisce un atto intimidatorio in stile mafioso. Sembra essere così. Il giorno dopo, a mente fredda, si riflette sulla bomba artigianale fatta esplodere all'ingresso della sala mortuaria della clinica della Marina di Belvedere Marittimo, oggi la Tirrenia Hospital. Chi ha organizzato e messo in atto il piano ha mirato a lanciare un messaggio intimidatorio ben preciso. Inoltre l'esecuzione è avvenuta con una fredda e metodica organizzazione. Chi ha compiuto il gesto sa certamente maneggiare tali oggetti esplosivi. L'ordigno è stato piazzato in un luogo dove, a quanto pare, non ci sarebbero telecamere di videosorveglianza. L'esplosione è stata chirurgicamente programmata ed eseguita badando al fatto che non vi fossero persone nelle vicinanze e con l'intento, quindi, di mirare solo alla distruzione delle cose, a non coinvolgere persone, lanciando, comunque, un segnale di forza e prepotenza.
Sulla lettura di quanto accaduto, sono in corso le indagini coordinate dalla procura di Paola, con a capo il procuratore Pierpaolo Bruni, sul campo, i carabinieri della compagnia di Scalea con il capitando Andrea D'Angelo ed i militari della locale stazione. Quanto accaduto nella serata di mercoledì alla casa di cura Tirrenia hospital ha generato una serie di interventi e fra i cittadini ha provocato sicuramente sconcerto. Il presidente della Regione, Occhiuto, ha diffuso una nota nella quale si legge: “L’attentato contro l’ex clinica Tricarico, oggi Tirrenia Hospital, a Belvedere Marittimo, è un atto criminale gravissimo e ci indigna profondamente. Le intimidazioni vanno respinte e rispedite al mittente. Solidarietà agli operatori sanitari e a tutta la cittadina cosentina”.