Belvedere, "Iure sanguinis", si ipotizzano associazione e corruzione e l'indagine si amplia
- miocomune.tv
- 2 giorni fa
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Indagine sui casi di "Iure sanguinis" a Belvedere Marittimo, si ipotizzano anche presunti reati come l'associazione e la corruzione, l'attività investigativa sembra essere più ampia

Belvedere, 6 aprile 2025 – “Iure sanguinis”, il rilascio di cittadinanza e residenza a stranieri con presunta discendenza italiana a Belvedere Marittimo: si ipotizzano anche reati come la corruzione e l'associazione e l'indagine si amplia. Non solo perquisizioni, ma, a quanto pare, anche la contestazione di un ulteriore ipotesi di reato ad altri quattro indagati: l'articolo 416, l'associazione per delinquere.
L'indagine si amplia
Giovedì scorso, lo ricordiamo, sono state effettuate delle perquisizioni a Belvedere Marittimo in uffici pubblici, compreso il comune del centro tirrenico, e in abitazioni. Per cercare di fare ordine in un procedimento ancora in fase preliminare, per quattro indagati le ipotesi di reato, già note, formulate al momento sono: falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; per altri quattro indagati, uno sarebbe comune ai due filoni, si aggiunge anche la contestazione dell'associazione semplice e in questo caso sarebbe stata chiesta una ulteriore proroga di indagine. Alcune delle persone coinvolte sono assistite dagli avvocati Alessandro Gaeta, Eugenio Greco e Amerigo Cetraro.
Presunte donazioni
Si ipotizza che nella procedura per l'acquisizione della cittadinanza italiana “Iure sanguinis”, ci possa essere stato anche un presunto pagamento, forse anche con una crociera, e si indaga anche su presunte donazioni. Inoltre, l'ipotesi è che, in alcuni casi, in assenza di un controllo effettivo da parte dei vigili urbani, ma anche in presenza di pareri negativi espressi, sulla sussistenza dei requisiti della residenza rilasciati dai vigili urbani, si sarebbe proceduto lo stesso all'iscrizione dei cittadini richiedenti nell'anagrafe della popolazione residente del comune di Belvedere Marittimo. Se dovesse essere dimostrata tale ipotesi, potrebbe essere stato attestato falsamente lo status di residente nel comune dei cittadini extracomunitari richiedenti, che poi avrebbero anche ottenuto il riconoscimento della cittadinanza italiana “Iure sanguinis”.
Il richiamo "inascoltato" del segretario
All'albo del comune di Belvedere Marittimo, il segretario comunale, aveva correttamente richiamato un indirizzo univoco della giurisprudenza di legittimità relativamente al concetto di dimora abituale, presupposto ritenuto necessario ai fini dell'iscrizione anagrafica, che deve essere verificato sulla base di diversi indici rilevanti ai fini dell'accertamento dell'effettiva intenzione del richiedente di abitare nel luogo in cui dichiara la propria residenza, ossia di fissare in quel luogo appunto la propria dimora abituale. Dai controlli, insomma, doveva emergere che non potessero essere limitati a verificare la presenza fisica dell'interessato nel luogo di dimora, ma che si dovesse procedere ad ulteriori verifiche; per esempio, il fatto che tale dimora fosse abituale sulla base di "circostanze di fatto” dalle quali desumere che l'interessato avesse individuato nel comune, in questo caso Belvedere Marittimo, il centro delle proprie relazioni sociali e familiari.
Le verifiche
Le verifiche: nei singoli casi in cui sarebbe stata riconosciuta la residenza e, in virtù di essa, la cittadinanza italiana, e se vi fossero o meno i requisiti della dimora abituale, sulla base dell'accertamento di circostanze quali l'attività lavorativa svolta, l'esistenza di un nucleo familiare e di relazioni sociali sul territorio e la stipula di contratti di locazione o di comodato con riferimento agli immobili dove veniva fissata la residenza, persino la presenza dei nominativi sui citofoni e sulle cassette della posta, il numero di unità abitative presenti agli indirizzi, al fine di accertare la compatibilità con il numero di residenti, e ogni altra circostanza che potesse testimoniare la presenza abituale sul territorio dei soggetti richiedenti. Sarebbero almeno cento i casi di presunte irregolarità.
L'indagine
Procede, come è noto, la guardia di finanza del comando provinciale di Cosenza con il supporto della tenenza di Cetraro e con il coordinamento della Procura di Paola, diretta da Domenico Fiordalisi, con i sostituti Luca Natalucci e Mariolina Bannò. Non c'è ancora alcuna certezza e l'attività investigativa potrebbe coinvolgere eventualmente anche altre persone. Allo stato per quanto si è appreso, risultano indagati, in concorso, sette cittadini di nazionalità italiana, un brasiliano ed un argentino e a vario titolo vengono ipotizzati i reati della falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione e la presunta associazione semplice.
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