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Belvedere, omicidio Dimova: pena ridotta a 17 anni e 4 mesi ad Andrea Renda in Appello

In Appello, accolta la richiesta dell'avvocato di fiducia Alberto Grimaldi



BELVEDERE - 25 mar. 23 - La corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, ha accolto le richieste dell'avvocato Alberto Grimaldi, ed ha ridotto la pena inflitta ad Andrea Renda, il 34enne di Belvedere Marittimo ritenuto responsabile dell'omicidio di Aneliya Dimova, la donna di origini bulgare, di 55 anni, uccisa nella notte del 30 agosto 2020 a Belvedere Marittimo. La corte d'Assise di Cosenza, aveva condannato Andrea Renda a 22 anni di reclusione. L'avvocato difensore, proponendo una serie di richieste ha ottenuto lo sconto della pena a 17 anni e 4 mesi, per le motivazioni che faranno parte del successivo atto della corte d'Assise D'Appello che verranno pubblicate nei tempi richiesti. La presidente De Franco ha quindi deciso di ridurre il periodo di reclusione di quattro anni e otto mesi; un grande successo per l'avvocato Alberto Grimaldi che si è limitato a questo solo commento, in attesa di conoscere gli elementi che hanno convinto la presidente della Corte. Sono diversi i motivi di impugnazione proposti sui quali sarà utile tornare in seguito.



L'avvocato Grimaldi, già in occasione della pubblicazione della sentenza, emessa il 17 febbraio dello scorso anno, aveva preannunciato appello anche per una ipotesi, evidenziata nelle motivazioni, di preordinata intossicazione da stupefacenti. Ma, altre questioni, l'avvocato Grimaldi le ha mosse anche in riferimento ad alcune dichiarazioni che l'imputato aveva rilasciato allo psichiatra. Come si ricorderà, lo scorso 17 febbraio la Corte d'Assise di Cosenza ha ritenuto Andrea Renda, 33 anni, responsabile dell'omicidio di Aneliya Dimova, la donna di origini bulgare, di 55 anni, uccisa nella notte del 30 agosto 2020 a Belvedere Marittimo. Un delitto efferato, compiuto con una bottiglia di whisky utilizzata per massacrare la testa ed uccidere la vittima mentre si trovava nel suo letto, nell'abitazione del centro storico di Belvedere.

Renda era anche stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza nelle ore del grave fatto, tra l'1.30 e le 2.40 della notte, nel centro storico, di Belvedere mentre entrava nella casa della straniera dal balcone, mentre usciva, e mentre si intratteneva a passeggiare nelle vicinanze dell'abitazione della vittima. Anche un'auto dello stesso colore, di quella dell'imputato, con gli stessi cerchioni e con diversi particolari, è rimasta impressa nelle riprese. Nel corso delle udienze sono state ripercorse le ipotesi del tragitto dell'auto, che è risultata compatibile con quella in uso all'imputato, e sono state analizzate le riprese delle videocamere sul percorso e su piazza Amellino dove l'imputato si sarebbe fermato. Nell'ambito delle indagini è emerso che l'assassino, in quella tragica notte, ha infierito sulla povera donna fracassandole il cranio e cingendole il viso con la federa di un cuscino, bloccata con del nastro adesivo. Uno scenario spettrale che si sono trovati davanti gli amici di Aneliya nella mattinata successiva, quando dopo le numerose telefonate senza risposta, hanno deciso di andare a vedere cosa fosse successo.



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