Belvedere, violenza e lesioni: un "codice rosso" in tribunale
Frasi pesanti, ma anche episodi di maltrattamenti certificati in ospedale. E' iniziato il processo a carico di un uomo di Belvedere Marittimo
BELVEDERE – 5 nov. 22 - “Ti ammazzo, non servi a nulla”; “Ti devo spaccare la faccia”. Erano questi ed altri, ancora più pesanti, i toni che un uomo avrebbe usato nei confronti della ex compagna. La vicenda che si inquadra nel cosiddetto “Codice rosso” è ora finita in tribunale. Ieri mattina, dinanzi al Tribunale penale monocratico di Paola, è iniziato ed è stato rinviato al prossimo 3 marzo, il processo a carico del belvederese, un uomo di 40 anni, del luogo, accusato di maltrattamenti e lesioni aggravate a danno della sua ex moglie. Nei confronti dell’imputato, difeso dagli avvocati Giorgio Liserre del Foro di Roma e Stefania Scoglio del Foro di Paola, lo scorso 7 aprile, il Giudice per le udienze preliminari,ha disposto il giudizio presso il Tribunale Penale di Paola, tenuto conto delle fonti di prova e delle risultanze dell’udienza preliminare.
La vittima, già costituitasi parte civile dinanzi al Gup e, attualmente, rappresentata dall’avvocato Francesco Liserre del Foro di Paola ed è anche supportata dall’associazione Artemisia Gentileschi che si prefigge, quale principale scopo statutario, la tutela delle vittime di violenza da “Codice rosso” ed è rappresentata dall’avvocato Orsola Silvestri. Anche il legale dell'associazione ha anticipato la costituzione quale parte civile, per la prossima udienza. In tribunale si tornerà per un'udienza interamente dedicata all’esame della persona offesa. Nella storia finita in tribunale, il giudice dovrà valutare diversi episodi che sono finiti agli atti e per i quali la persona indagata è da considerare innocente fino ad eventuale ultimo grado di giudizio. Ci sarebbe stato un episodio, a novembre 2020, in cui con l'auto, l'uomo avrebbe cercato di scontrarsi con il mezzo condotto dalla parte offesa.
Altri episodi con minacce pesanti, alcune delle quali non denunciate dalla presunta vittima. Sarebbe uscito, a marzo del 2021, anche un coltello a serramanico, conservato nella tasca del giubbotto dell'indagato. In quella occasione sarebbe stata pronunciata una frase del tipo: “Se ti vedo prendere un solo caffè, in compagnia di un uomo, ti sgozzo”. Ma agli atti, ci sono anche episodi di lesioni personali. L'indagato avrebbe provocato un trauma contusivo al collo e alla spalla della vittima, con ferite giudicate guaribili in trenta giorni, secondo quanto sarebbe stato certificato dalla casa di cura “Tirrenia Hospital” di Belvedere Marittimo. Le reiterate condotte di violenza, secondo l'accusa, avrebbero determinato un grave stato di paura per l'incolumità, da parte della vittima, e uno stato di costante e forte soggezione psicologica.