Centrale del Mercure: il Governo impugna la Norma Laghi, il comitato esulta
"Il Governo ha fatto giustizia": il comitato per la difesa della centrale del Mercure celebra una vittoria cruciale per il territorio e l’occupazione
Laino Borgo, 24 gennaio 2025 – Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la controversa "Norma Laghi", accolta come una grande vittoria dal comitato per la difesa della Centrale del Mercure. La decisione è stata comunicata ieri sera, durante una riunione del comitato guidato dal sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, e dall’onorevole Domenico Pappaterra, che da tempo si oppongono alla norma ritenuta penalizzante per le attività della centrale.
Il comitato ha espresso soddisfazione: "Il Governo ha fatto giustizia", dichiarano i rappresentanti istituzionali, sindacali e imprenditoriali riuniti per difendere un’infrastruttura che genera migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti nel territorio del Parco del Pollino.
Richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale
Dopo la decisione del Governo, il comitato ha chiesto al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, di convocare una seduta straordinaria per abrogare in autotutela la Norma Laghi. La norma, contestata fin dall’inizio, è stata accusata di violare articoli fondamentali della Costituzione, la legge quadro sulle aree protette e di introdurre misure retroattive non previste dal diritto italiano.
Secondo il comitato, questa iniziativa legislativa avrebbe messo a rischio l’operatività della centrale e il sostentamento di centinaia di famiglie. "La legge è stata distrutta dal Governo, che ha mantenuto fede agli impegni presi con il territorio", sottolineano i rappresentanti.
Un precedente di sconfitte per il consigliere Laghi
La decisione rappresenta una nuova battuta d’arresto per il consigliere Ferdinando Laghi, promotore della norma. "Dopo essere stato sconfitto dieci anni fa dal territorio del Pollino, ora incassa una nuova bocciatura. La sua visione ambientalista appare incoerente, considerando che mentre si oppone alla centrale del Mercure, promuove il rigassificatore di Gioia Tauro", accusa il comitato.
Una protesta pacifica che ha coinvolto sindaci e lavoratori
Nelle scorse settimane, il malcontento del territorio è sfociato in una mobilitazione pacifica: venti sindaci e circa 700 lavoratori si sono radunati durante una seduta del Consiglio regionale per chiedere la revoca della norma. Tuttavia, il comitato lamenta l’assenza di risposte da parte del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nonostante i ripetuti tentativi di dialogo.
"Il presidente Occhiuto dovrebbe rivedere la sua posizione, che appare in contrasto sia con il territorio che con il Governo stesso", conclude il comitato.
Un futuro per la centrale del Mercure e il territorio del Pollino
La centrale del Mercure è considerata dal comitato non solo un pilastro per l’occupazione, ma anche un esempio di equilibrio tra sviluppo industriale e tutela ambientale. La decisione del Governo rafforza l’impegno a difendere un’infrastruttura strategica per la Calabria, contrastando quelle che il comitato definisce "follie ambientaliste".