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A Cetraro l'eredità del filosofo torinese Gianni Vattimo

Una analisi approfondita dell'asse eriditario affidata all'avvocato Emilio Enzo Quintieri, riporterebbe in Calabria, a Cetraro l'eredità del filosofo torinese Gianni Vattimo


Una analisi approfondita dell'asse eriditario affidata all'avvocato Emilio Enzo Quintieri, riporterebbe in Calabria, a Cetraro l'eredità del filosofo torinese Gianni Vattimo

Cetraro, 3 dicembre 2024 – Una attenta analisi dell'asse ereditario e uno studio approfondito dei rapporti di parentela, oltre ad un atto del notaio Izzo, “riporterebbe” a Cetraro, sul Tirreno cosentino, l'eredità del filosofo torinese Gianni Vattimo che ha origini calabresi. E' qui che si troverebbe la parente più diretta del filosofo ed ex parlamentare europeo. Secondo l'avvocato Emilio Enzo Quintieri al quale è stata affidata l'analisi dell'asse ereditario, “nel caso del professore emerito ed ex presidente di facoltà dell'Università degli Studi di Torino, in assenza di valida successione testamentaria e non essendovi altri discendenti in linea retta, trova applicazione la successione legittima per cui l'eredità, a norma dell'articolo 572 del codice civile, si devolve in favore della sua parente più prossima, cioè la cetrarese Rita Vattimo”.

I fatti precedenti

C'è un capitolo precedente, che va citato per comprendere bene la questione. A luglio di ques'anno si è conclusa la vicenda che aveva già interessato a più riprese le cronache nazionali perchè il “tuttofare” Simone Caminada che aveva assistito il filosofo Vattimo nell'ultimo periodo della sua vita fino alla morte avvenuta il 19 settembre 2023 si era dichiarato erede universale. Ma il tribunale di Torino si è espresso in merito alla vicenda giudiziaria, proprio nel mese di luglio, ritenendo che: “Simone Caminada è indegno a succedere". Il giudice piemontese ha accolto l’istanza della procura che chiedeva di estromettere dalle vicende testamentarie Caminada, alla luce, della condanna di quest'ultimo a due anni di carcere per circonvenzione di incapace, diventata definitiva nei mesi precedenti alla sentenza emessa del tribunale di Torino. Per la giudice Federica Gallone l'ex compagno avrebbe approfittato della fragilità psichica del filosofo e lo avrebbe allontanato dagli amici in virtù di un “amore tossico” che Vattimo “non era in grado di comprendere”.

La ricostruzione dell'asse eriditario

Ora, secondo quanto ricostruito dall'avvocato Emilio Enzo Quintieri l'eredità di Gianni Vattimo nato nel 1936 e deceduto a settembre 2023, “appartiene, per successione legittima, alla sua unica cugina di primo grado vivente”. Il legale del Foro di Paola, ha rappresentato e assistito Rita Vattimo, di Cetraro, cugina di primo grado del filosofo torinese, originario anch'egli di Cetraro, per parte di padre.

Racconta il legale del Foro del Tirreno cosentino di essere intervenuto: “Non appena la stampa nazionale ha diffuso la notizia che l'eredità del padre del pensiero debole era stata assegnata dall'autorità giudiziaria ad altre due cugine torinesi”.

Precedenti decisioni

Riferisce ancora il legale che l'assegnazione, fra l'altro, non sarebbe avvenuta realmente e quindi si tratterebbe di una circostanza tra l'altro non veritiera. “Il Tribunale di Torino in funzione di giudice dell'esecuzione con ordinanza del 23 luglio – afferma deciso il legale - ha soltanto dichiarato l'indegnità a succedere dell'assistente di Vattimo dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna per il delitto di circonvenzione di incapace lo scorso 16 gennaio a seguito del rigetto del ricorso da parte della seconda sezione penale della corte di Cassazione”.

L'unica erede legittima a Cetraro

L'avvocato Quintieri ha quindi rappresentato al collega Marco Bertuzzi del Foro di Torino, che patrocinava le parenti piemontesi, che “l'unica erede legittima dell'insigne accademico e politico, per successione legittima, era la sua assistita Rita Vattimo, unica figlia vivente di Michele Vattimo, fratello di Raffaele, padre di Gianni, e nessun'altro”, come comprovato inequivocabilmente dalla certificazione rilasciata, su sua richiesta, dagli ufficiali d'anagrafe e di Stato Civile dei comuni di Cetraro e di Torino.

Secondo l'avvocato Quintieri: “in assenza di valida successione testamentaria e non essendovi altri discendenti in linea retta, trova applicazione la successione legittima per cui l'eredità si devolve in favore della sua parente più prossima cioè la cetrarese Rita Vattimo, che è successore universale non essendo in vita altri parenti di pari grado né nella linea materna né in quella paterna”.

Il patrimonio del filosofo

Il patrimonio appartenuto al filosofo è importante: cassette di sicurezza, polizze vita e conti correnti bancari italiani ed esteri, un grande appartamento in via Po in un palazzo seicentesco nel centro storico del capoluogo piemontese a pochi passi da Piazza Castello e dall'Università di Torino con i numerosi libri, le opere d'arte e l'arredo nonché i diritti d'autore di tutte le opere pubblicate, gli scritti sono stati tradotti in oltre venti lingue. C'è anche l'archivio contenente le dispense, le lezioni e gli appunti, anche inediti, la corrispondenza e materiale audiovisivo, al momento affidato in custodia sino al 2036 all'università 'Pompeu Fabra' di Barcellona in Spagna. Tutto questo patrimonio andrà alla sua unica cugina di primo grado superstite che ha già provveduto ad accettare espressamente l'eredità con dichiarazione ricevuta dal Notaio di Cetraro Giuseppe Izzo ed a prendere possesso dell'immobile e di tutto quanto in esso contenuto.

La ricostruzione dell'asse ereditario

L'erede legittima, che con il cugino Gianni, la sorella Liliana e la madre Rosa aveva trascorso a Cetraro, nella casa di campagna in cui abita tutt'oggi, gli anni della Seconda Guerra Mondiale - dal 1942 al 1945 - dopo che la loro casa popolare nel Borgo San Paolo di Torino venne bombardata e rasa al suolo dall'aviazione inglese (il padre Raffaele, ex Caporale del 38° Reggimento Fanteria del Regio Esercito e poi Guardia Scelta del Corpo degli Agenti di Custodia delle Carceri del Regno d'Italia dal 1907 al 1933, gli ultimi dei quali trascorsi in servizio presso il Carcere Giudiziario di Torino, era già morto per una grave polmonite nel 1937, sedici mesi dopo la nascita del figlio), ha formalmente incaricato il proprio nipote Avvocato Emilio Enzo Quintieri di amministrare l'asse ereditario e gestire tutte le relative pratiche.


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