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Consorzio: Corigliano Rossano inondata di cartelle per il tributo sui "benefici" idraulici

Aggiornamento: 26 lug 2022

La consigliera regionale Pasqualina Straface si impegna per discutere la questione alla Regione Calabria



CORIGLIANO ROSSANO – Un tributo che rimbalza un po' ovunque nei territori gestiti da consorzi di bonifica. La discussione è ampia, da tempo. Quanto richiesto, va pagato o no? Si tratta di un tributo che fa riferimento al pagamento derivante dai “benefici” che i cittadini avrebbero ottenuto e otterrebbero in seguito dalla bonifica dei canali da parte dei consorzi. Sul Tirreno cosentino è in atto già da tempo un ampio dibattito. C'è chi ha versato le quote e chi, invece, insieme ad altri cittadini ha avviato una sorta di class action. In un documento ufficiale si fa richiesta di esercizio dell’autotutela. Al consorzio, nello specifico, si chiede di riesaminare e di procedere all’annullamento totale dell'avviso di pagamento, a suo tempo inviato nelle abitazioni di molte famiglie. La situazione non cambia nella città di Corigliano Rossano dove, in queste ore, vengono distribuiti gli avvisi di pagamento. “Con la sentenza della Corte Costituzionale, viene sancito definitivamente che i contributi di bonifica – comunque calcolati – sono dovuti solo in presenza di un beneficio fondiario per l’utente”. Lo afferma la Confconsumatori di Corigliano Rossano.



La vicenda è inevitabilmente finita nelle mani della consigliera regionale di Forza Italia Pasqualina Straface, tirata per la giacca da numerosi cittadini. In queste ore la popolosa frazione di Schiavonea è invasa dalle raccomandate con gli avvisi di pagamento.

“Abbiamo ricevuto, nelle ultime ore – fa sapere Straface - le legittime rimostranze di numerosissimi cittadini di Schiavonea e dello Scalo di Corigliano che lamentano, a giusta ragione, il fatto di essere destinatari di avvisi di pagamento, in qualità di proprietari di beni immobili (fabbricati ed abitazioni), da parte del Consorzio di bonifica integrale dei bacini dello Jonio cosentino di Trebisacce, di un supposto tributo (1H78) extra agricolo per gli anni 2018, 2019 e 2020 riguardante la manutenzione dei fossi di scolo delle acque meteoriche ai fini della difesa idraulica del territorio.



La ragione addotta dai vertici consortili, per giustificare l’emissione degli avvisi di pagamento, risiederebbe nelle pieghe del Piano di Classifica del Consorzio di bonifica di Trebisacce, approvato con Delibera del Consiglio regionale n. 198/2017, che, nell’introdurre il principio di beneficio generale, beneficio idraulico di scolo e protezione e beneficio irriguo, ha ampliato l’attività consortile anche all’ambito extragricolo”. Una situazione simile ad altri consorzi di bonifica. “Giova ricordare – scrive Straface - che i proprietari di beni immobili agricoli ed extragricoli sono tenuti a pagare tale contributo solo ed esclusivamente se traggono un beneficio consistente nella conservazione o nell’incremento del valore degli stessi immobili derivante dalle attività di bonifica effettuate, come anche precisato da recenti orientamenti giurisprudenziali. Far ricadere questo ulteriore aggravio sulle spalle del cittadino, già soggetto al pagamento dell’IMU, ci sembra eccessivo per cui ci impegneremo a portare nella sede istituzionale del Consiglio regionale in VI Commissione, da subito, una proposta di modifica della Legge regionale n. 11 del 23 luglio 2003 che vada nella direzione di escludere dal pagamento di tale contributo le aree extragricole”.



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