Dissesto a Belvedere 2019, la versione dei fatti degli ex amministratori
Dissesto 2019 a Belvedere Marittimo, gli ex amministratori hanno fornito la loro versione dei fatti alla corte dei conti
Belvedere Marittimo, 29 novembre 2024 – Sulla vicenda della “colpa grave” ritenuta sussistente dalla Corte dei conti per dieci ex amministratori del comune di Belvedere, le difese e gli stessi amministratori hanno fornito una propria versione dei fatti, tendente a ridimensionare la situazione deficitaria del comune che è poi scaturita nella famosa dichiarazione del dissesto finanziario del 2019.
Osservazioni dai revisori
Giuseppe e Maria Rachele Filicetti, per esempio, sostengono che nel periodo di interesse vi sarebbero state soltanto delle osservazioni del revisore, poi smentite nell’anno successivo e l’ufficio finanziario avrebbe sempre espresso parere positivo sugli atti adottati. Ma la difesa degli ex amministratori ha puntato a dimostrare che vi sia stato un certo impegno delle giunte dell'epoca nel gestire una situazione complessa come quella del comune di Belvedere Marittimo. Ricordiamo che il periodo di riferimento preso in considerazione dalla Corte dei conti va dal 2010 al 2018, mentre la dichiarazione del dissesto finanziario è avvenuta con la delibera del consiglio comunale del 30 ottobre 2019.
Bilancio in affanno
L'ex assessore Liporace, per esempio, ha riferito, secondo quanto si legge agli atti, che l’ente ha lavorato in affanno, per insufficienza di cassa: la causa prioritaria che ha provocato tale criticità sarebbe sorta dopo aver pagato un debito contratto con la Regione Calabria, relativo al consumo idrico, risalente agli anni '80; da ciò, la disponibilità di cassa che era abbastanza fiorente, si sarebbe ridotta di circa un milione e 800mila euro. L'impegno per evitare il dissesto, insomma, sarebbe iniziato sin dalla prima giunta del sindaco Enrico Granata, nel 2009. Il debito ereditato, per esempio, sarebbe stato ridotto attraverso oltre cinquanta transazioni, con riduzione delle spettanze ai vari creditori. L’ammontare delle transazioni per debiti ereditati ammonterebbe a 500.655,46; mentre le transazioni eseguite durante i due mandati del sindaco Granata, con riduzione del debito, ammonterebbe a 167.703,18 euro.
Riduzione del personale
Le giunte dell'epoca avrebbero provveduto anche alla riduzione del personale, per rminimizzare la spesa, passando dalle iniziali 53 unità lavorative a 37, a fine mandato. Si sarebbe proceduto all'abbassamento dei fitti passivi e all'aumento delle entrate. Per esempio, venne conferito incarico a tre tecnici ingegneri di supporto all’ufficio tributi. Si evidenzia, a difesa degli ex amministratori coinvolti nell'inchiesta della Corte dei conti che il comune di Belvedere nell’anno 2011 sarebbe stato uno dei primi enti calabresi ad istituire la tassa di soggiorno come si evincerebbe dalla delibera di giunta del 2011. Ma l'idea della volontà di recuperare il deficit si ritroverebbe anche nel controllo dei ruoli comunali di tasse e tributi. Si è discusso anche di un piano delle alienazioni dei beni comunali. E, in riferimento alla raccolta dei rifiuti, gli ex amministratori hanno evidenziato che sarebbe stata rideterminata la tariffa e nel 2015 sarebbe stata indetta la nuova gara d’appalto, con multe elevate per circa 43mila euro nell’anno 2018. Diversi, insomma gli argomenti portati a difesa degli ex amministratori che evidentemente non sono bastati a convincere il giudice monocratico che ha emesso le condanne al risarcimento per i dieci ex amministratori che, però, si riservano di ricorrere alla decisione presa.
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