Estorsioni sul Tirreno: i timori delle vittime; l'intervento di Molinaro, antindrangheta
Estorsioni sul Tirreno, dopo gli arresti interviene il presidente della commissione antindrangheta Molinaro; le indagini rivelano i timori delle vittime

Scalea, 17 marzo 2025 – Estorsioni sul Tirreno: le indagini che hanno condotto all'arresto di cinque persone indagate a vario titolo per estorsione consumata e tentata, in concorso, delitti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa, sono andate avanti per diversi mesi e con varie modalità, anche di tipo tradizionale, impegnando un gran numero di agenti della polizia di Stato e di carabinieri del territorio tirrenico e non solo. Si registra anche la reazione positiva del presidente della commissione regionale contro la 'ndrangheta, Pietro Molinaro.
Il pericolo di reiterare i reati
Intanto si apprende che la decisione di confermare la richiesta di custodia cautelare in carcere per i cinque indagati deriva dal fatto che sarebbe concreto il pericolo che tutti e cinque i personaggi coinvolti possano commettere altri gravi delitti della stessa specie. Nel corso delle indagini è emerso come i cinque raggiunti da custodia cautelare abbiano dimostrato grande ostinazione nel reiterare le richieste estorsive anche a fronte del rifiuto delle vittime, imponendo percentuali e termini precisi di pagamento e persistendo nel far percepire alle vittime la loro forza criminale sul territorio.
I timori delle vittime
“La situazione è un po' tesa in giro ...dobbiamo vedere quella polizza”, questi i timori delle vittime per eventuali danni all'attività commerciale. E poi: “per stare tranquillo e non avere problemi, era meglio se un qualcosa di soldi glieli doveva dare, anche mille euro, erano al momento sufficienti per farli stare tranquilli e far vedere la disponibilità a pagare”.
Si evidenzia che l'idea che si voleva trasmettere era anche quella che la somma richiesta non doveva essere intesa come "pagamento del pizzo" ma più come una "forma di protezione". Si percepisce il timore delle vittime delle presunte estorsioni, ma anche una certa determinazione a non voler pagare per foraggiare la “malavita”. “Il problema è che c’è molta omertà – si legge - qua la gente non se ne frega niente, continuano ad assecondare tutte queste richieste, ma io non ce la faccio”.
Attenzione nelle indagini
Si registrano, inevitabilmente, i timori delle vittime e anche la spregiudicatezza di chi sta dall'altra parte e intimorisce a tal punto che i dubbi assalgono l'intera famiglia anche sull'opportunità o meno di denunciare i fatti. Le indagini di carabinieri e polizia effettuate con costanza sul territorio e con grande attenzione verso chi subisce le presunte estorsioni hanno portato ad un primo risultato legato alle future decisioni di chi dovrà valutare attentamente tutti gli elementi. Intanto sull'operazione dei giorni scorsi si registra anche un intervento politico.
L'intervento di Molinaro
Per Pietro Molinaro, esponente di Fratelli d'Italia, “l’operazione sul Tirreno cosentino conferma la lotta senza quartiere alla criminalità organizzata” e afferma: “Esprimo profonda gratitudine alla Direzione distrettuale antimafia, al comando dei Carabinieri e Polizia di Stato per la brillante operazione “Valente-Stummo” contro la criminalità organizzata che ha interessato l’altoTirreno cosentino di cui abbiamo conosciuto i dettagli. Riaffermo la centralità del contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata che opera nel nostro territorio”. L'intervento di Pietro Molinaro è anche in qualità di presidente della commissione consiliare antindrangheta.
L'efficienza investigativa
“Un plauso alla dedizione, all'efficienza investigativa e all'impegno quotidiano profuso per garantire sicurezza e convivenza civile, contro una strategia criminale basata sull'intimidazione, il ricatto e le estorsioni utilizzando metodi brutali. Un'intera comunità, da tempo vessata da ingiustizie e malaffare, trova sempre nella magistratura e nelle forze dell’ordine un supporto indispensabile”.
E poi aggiunge ancora: “Come consigliere regionale e presidente della commissione contro la 'ndrangheta, la corruzione e l’illegalità, rinnovo il mio impegno per promuovere la cultura della legalità e collaborare per il bene della collettività, affinché tutti possano vivere e lavorare in sicurezza. Continuo ad essere convinto che la lotta a chi mina la serena convivenza si fa tutti insieme, come comunità, mettendo la legalità al centro del nostro agire per contribuire ad essere, una comunità sana, coesa e sicura nel momento in cui ci riconosciamo in un sistema economico e sociale equo e solidale, nel quale esiste spazio per tutti i soggetti che intendono operare nel rispetto delle regole condivise”.
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