"Frontiera" e clan Muto, la Cassazione conferma le decisioni prese in appello
Operazione "Frontiera" e clan Muto, la corte di Cassazione conferma le decisioni prese in appello e dichiara inammissibili tutti i ricorsi, le motivazioni
Cetraro, 30 novembre 2024 – C'è qualche certezza dalla Corte di Cassazione in relazione all'operazione dei carabinieri convenzionalmente denominata "Frontiera" contro il clan Muto che ha mirato a colpire l'attività del clan Muto sul Tirreno cosentino e l'intera rete di spaccio. L'attività dell'Arma e della procura della Dda ha avuto uno sviluppo ampio anche per il gran numero di indagati e come è noto è stato coinvolto anche il boss Franco Muto, conosciuto come il “re del pesce”. Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, all'epoca, nel 2016, da poco alla guida degli uffici della Dda durante la conferenza stampa, nell'illustrare i particolari dell’operazione “Frontiera” aveva affermato: “Il mare era il latifondo del clan Muto. Ma non era solo il pescato il settore gestito dalla cosca che da decenni 'governava' il Tirreno cosentino”.
La Cassazione decide
L'ordinanza di custodia cautelare aveva visto coinvolti 58 indagati accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione e rapina. Gli sviluppi, negli anni, sono stati diversi. Ultimamente, però la Corte di Cassazione ha deciso definitivamente sui ricorsi presentati da alcuni imputati. La Suprema corte ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi, del Procuratore Generale e degli imputati, questi ultimi dovranno rifondere anche le spese processuali. Sono diverse le posizioni esaminate.
Le varie posizioni
Per Fedele Cipolla, 37 anni, di Cetraro, secondo la Cassazione, la corte territoriale, una volta esclusa la sussistenza dell'aggravante dell'agevolazione dell'associazione criminale mafiosa, ha correttamente posto a fondamento della determinazione dell'entità del trattamento sanzionatorio gli aumenti operati a titolo di continuazione sulla pena base per il reato più grave. E' stata, fra l'altro evidenziata la particolare gravità dei reati commessi relativi al tentativo di rapina a mano armata presso l'ufficio postale di Sangineto. Corretta secondo la Cassazione anche la determinazione della pena base.
Per quanto riguarda Franco Cipolla, 63 anni di Cetraro, la corte territoriale ha correttamente posto a fondamento della determinazione dell'entità del trattamento sanzionatorio, anche in relazione agli aumenti operati a titolo di continuazione sulla pena base per il reato più grave, complessivamente inferiore rispetto a quanto statuito nella sentenza di primo grado dell'8 giugno 2018 partendo dalla pena base di 20 anni di reclusione.
Ricorsi da annullare
Anche per quanto riguarda Angelina Corsanto, 81 anni, moglie del boss Franco Muto, secondo la Cassazione è da annullare il ricorso in quanto si conferma la capacità a delinquere dell'imputata, desunta dall'esistenza a suo carico di plurimi e rilevanti precedenti, anche specifici, pur risalenti nel tempo. Per Guido Maccari, 42 anni di Cetraro, resta correttamente confermata la decisione della corte di appello di Catanzaro del 24 gennaio 2020, oggetto dell'annullamento con rinvio e quindi la gravità della condotta e la capacità a delinquere dell'imputato. “Generico e attinente al merito del trattamento sanzionatorio” appare anche il ricorso proposto nell'interesse di Mara Muto, 51 anni di Cetraro. Secondo la Cassazione, la corte territoriale ha comunque assolto al suo onere motivazionale individuando nella condotta dell'imputata e nella sua ridotta capacità a delinquere le ragioni della determinazione della pena base. Anche per Andrea Orsino, 54 anni di Cetraro, la Cassazione ha effettuato simili argomentazioni nel dichiarare inammissibile il ricorso.
Le conferme di quanto già deciso
Per Alfredo Palermo, 41 anni di Paola, “La corte territoriale, una volta esclusa la sussistenza della circostanza aggravante dell'essere l'associazione a delinquere di stampo mafioso” ha correttamente posto la determinazione dell'entità del trattamento sanzionatorio. Inammissibili anche i ricorsi proposti nell'interesse di Alessandro De Pasquale 41 anni di Cosenza, Luigi Muto 62 anni di Cetraro e di Antonio Di Pietromica, 57 anni di Belvedere Marittimo.
Le parti civili
La Corte di Cassazione, ancora, non ha disposto nulla a titolo di rifusione delle spese sostenute nel grado dalle parti civili intervenute nel giudizio: comune di Praia a Mare e comune di Cetraro, in quanto perchè: “in tema di impugnazioni, non sussiste l'interesse della parte civile a partecipare al
giudizio di rinvio scaturito da annullamento pronunciato dalla Corte di Cassazione.
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