Grisolia, 24 chili di marijuana: due indagati ai domiciliari.
Grisolia, 24 chili di marijuana, i due indagati assistiti dall'avvocato penalista Antonio Crusco vanno ai domiciliari. Decisione della corte d'Appello
GRISOLIA – 22 set. 23 - Ieri, la Corte di Appello di Catanzaro ha disposto la scarcerazione di due imputati, R.S. e Z.A.K., precedentemente detenuti presso la casa circondariale di Paola. I fatti si riferiscono ad una attività delle forze dell'ordine. I due uomini, erano accusati di coltivare illecitamente in un’area di circa 2.000 metri quadrati, nel territorio del comune di Grisolia circa 4.647 piante di marijuana di altezza variabile da 35 a 120 cm.; erano anche accusati di aver detenuto, in un capanno nella stessa area, circa 24 chili di marijuana già essiccata e contenuta in due sacchi neri. In particolare, la prima Sezione della Corte di Appello di Catanzaro, su istanza dell’avvocato penalista Antonio Crusco, ha sostituito la misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari.
All'epoca dei fatti oggetto di indagine, la stazione del carabinieri di Santa Maria del Cedro, aveva intrapreso un servizio di controllo nella località montana del comune di Grisolia, un'area che arriva ad una altitudine di circa 1.500 metri. I militari avevano il fondato sospetto che in quella zona era stata organizzata una coltivazione di canapa indiana. Dopo aver percorso a piedi un sentiero montano per oltre tre ore, i carabinieri erano giunti sul luogo oggetto di attenzione e avevano constatato la presenza di una coltivazione di canapa indiana dell’estensione di circa 2.000 mq, formata da 4.647 piante. Effettuati i dovuti riscontri, si era proceduto all'arresto in flagranza di reato dei due uomini. Al momento dell’arrivo, i militari avevano notato la presenza di un giovane, poi identificato nell’imputato Z.A.K, mentre era intento ad irrigare la piantagione. Alla vista dei carabinieri, il giovane era scappato, rifugiandosi all’interno di un capanno in cui si trovava l’altro uomo, R.S.. In quello spazio, venivano anche rinvenuti due sacchi, contenenti oltre 23 chili di marijuana già essiccata.
Nel capanno erano stati anche rinvenuti e sequestrati strumenti vari utilizzati per la coltivazione: insetticida, concime, materiale vario, raccordi e tubi per l’irrigazione e coltivazione. Nel capanno si trovavano anche due letti, un fornello e una ingente quantità di generi alimentari. I militari, nel corso dell'ispezione avevano costatato che la piantagione era irrigata attraverso una piscina da giardino smontabile. In pratica, veniva riempita attraverso un tubo in polietilene direttamente collegato ad una fonte di acqua naturale, a monte rispetto alla piantagione.
I carabinieri, inoltre, avevano individuato anche la presenza di un dispositivo foto-trappola collocato su un albero, che aveva la funzione di monitorare la zona dove insisteva la piantagione.
Il successivo esame narcotest aveva dato ulteriori conferme sul tipo di stupefacente, la marijuana.
Le analisi eseguite sulla sostanza essiccata e sui campioni di piante prelevate hanno consentito di confermare la presenza di marijuana con principio attivo variabile, da cui potevano essere ricavabili oltre 88 mila dosi. I due, arrestati in flagranza di reato, erano stati tradotti presso la casa circondariale di Paola. Gli indagati hanno poi nominato, quale difensore di fiducia, l’avvocato penalista Antonio Crusco. Avviato il processo, la Corte di Appello di Catanzaro, analizzata la corposa istanza di scarcerazione proposta dal legale Antonio Crusco, ha disposto la scarcerazione per i due che saranno posti agli arresti domiciliari a Grisolia.