Grisolia, per la morte di Novellis c'è un'assoluzione, ma il caso non è chiuso
- miocomune.tv
- 7 ott 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 9 ott 2024
Grisolia, assoluzione per il medico della clinica Belvedere Marittimo indagato per la morte di Novellis, avvenuta nell'agosto del 2020, ma c'è già un ricorso dell'avvocato dei familiari, Antonio Crusco: il caso non è chiuso

Belvedere, 7 ottobre 2024 - Una vicenda giudiziaria che trae origine da un fatto di cronaca avvenuto alla fine del mese di luglio del 2020 a Grisolia: riguardava un caso mortale, che aveva visto inizialmente indagati due sanitari della casa di cura Tirrenia Hospital, nota come casa di cura Ninetta Rosano per la morte di Pietro Novellis di Grisolia, avvenuta il 31 luglio 2020; ma c'è anche un intervento del difensore dei familiari, l'avvocato Antonio Crusco, che preannuncia ulteriori iniziative in ricorso alla prima sentenza di assoluzione.
Il primo grado
Si è conclusa con l'assoluzione con formula piena “perché il fatto non sussiste” del dottore Maurizio Cesareo, indagato per la morte di Pietro Novellis. Nessuna responsabilità è stata attribuita anche alla Casa di Cura Istituto Ninetta Rosano, Tirrenia Hospital di Belvedere Marittimo, dove Novellis si era recato al pronto soccorso una settimana prima, il 22 luglio, ed era stato dimesso nella stessa giornata.
I fatti
I familiari, non avevano notizie da un paio di giorni nel mese di agosto del 2020, e dopo una serie di riscontri lo avevano trovano morto sul letto nella sua abitazione. Pietro Novellis, 50 anni all'epoca dei fatti, era riverso sul letto della sua abitazione dovev viveva da solo. Il magistrato di turno aveva subito disposto l'autopsia. Il processo celebrato davanti al Gup del tribunale di Paola era iniziato sin da subito, il 4 agosto. Le indagini del pubblico ministero De Franchis, come atto dovuto, erano state indirizzate subito verso i medici che avevano tenuto in cura il paziente al pronto soccorso e che poi avevano deciso di dimetterlo.
L'esame autoptico
Il sostituto procuratore De Franchis aveva conferito incarico a due consulenti tecnici per effettuare l’esame autoptico sul corpo di Pietro Novellis e per verificare tempi, modalità e cause della morte ed eventuali responsabilità dei sanitari. La tesi prospettata dai legali della famiglia Novellis era quella della colpa medica consistita nella imprudenza, negligenza e imperizia che aveva connotato la condotta del sanitario. L’autopsia sul cadavere era stata eseguita dai consulenti del Pm, Bernardo Cavalcanti e Guglielmo Cordasco che, contrariamente a quanto ritenuto dal consulente dell’indagato, dottor Panfilo Maiurano, avevano concluso per la sussistenza di profili di responsabilità nei confronti del dottor Maurizio Cesareo.
Il rinvio a giudizio
La richiesta di rinvio a giudizio ha consentito alla difesa del dottore Cesareo rappresentata dall’avvocato Giovanni Falci del Foro di Salerno, con il supporto dell’avvocato Tommaso Cesareo, figlio dell’indagato e componente dello studio legale, di richiedere una perizia che stabilisse la verità tra le opposte consulenze del pubblico ministero e della difesa. Nel procedimento si costituivano, con il patrocinio degli avvocati Luigi Crusco (leggi la precisazione) e Antonio Crusco di Scalea 23 parti civili, tutti parenti anche di grado remoto della presunta vittima. Gli avvocati Antonio e Luigi Crusco hanno chiesto ed ottenuto anche la chiamata in causa del responsabile civile, nella persona del legale rappresentante della Tirrenia Hospital di Belvedere Marittimo.
La richiesta della difesa del dottore Cesareo è stata accolta dal giudice Roberta Carotenuto che successivamente ha nominato tre professionisti di Roma: Antonio Oliva, medico legale; Francesco Alessandrini, specialista in chirurgia toracica e cardiologica e Vincenzo Arena specialista in anatomia patologica.
Le perizie
I tre periti sottoposti ad esame all’udienza del 6 febbraio scorso hanno concluso, nonostante l’approfondito e lungo controesame degli avvocati Crusco, che non sussistevano profili di colpa medica professionale a carico del dottor Cesareo che aveva agito secondo le linee guida internazionali al momento in cui aveva dimesso il paziente dal pronto soccorso dopo aver effettuato i dovuti controlli e analisi del caso. L'avvocato Cesareo evidenzia anche che durante il percorso è stata “anche stigmatizzata l’approssimazione con cui era stata fatta l’autopsia e la irregolare conservazione dei vetrini, ad opera dei medici legali consulenti del Pm, su cui poter svolgere gli esami istologici”. Una volta raccolti i vari elementi l'avvocato Falci ha chiesto di procedere con il rito abbreviato che, celebratosi il 18 marzo si è concluso con l’assoluzione del dottor Cesareo nonostante la richiesta di condanna e di risarcimento avanzata dagli avvocati Crusco per i 23 assistiti.
La replica dell'avvocato Antonio Crusco

Si apprende che la vicenda di Maurizio Cesareo, imprudente nella gestione del dolore al torace occorso al giovane di Grisolia con conseguente morte dello stesso, sia chiusa. Non è assolutamente vero; non è assolutamente esatto. Ben presto, infatti, la Corte di Catanzaro valuterà il caso perché è stato depositato (ovviamente dallo scrivente) corposo atto a seguito del quale la Corte territoriale valuterà – anche la incidentale responsabilità penale - se il Cesareo abbia errato, con finanche imprudenza e negligenza, la gestione del paziente, Novellis Pietro. Ma questo aspetto esatto, volutamente, la longa manus della notizia, l’ha omessa. Sul punto: si enfatizza l’operato del legale e che il figlio dell’indagato faccia parte dello studio dello stesso difensore. Quindi, la longa manus della suddetta notizia è uscita fuori, palesemente ed incontrovertibilmente. Notizia però incompleta. La Corte, infatti, è chiamata a valutare la responsabilità con addirittura giudizio incidentale penale, se il Cesareo abbia agito con imprudenza e negligenza la gestione del paziente, Novellis Pietro. Dunque, il caso in ordine alla responsabilità del Cesareo Maurizio non è assolutamente chiuso.
La richiesta di esonero da responsabilità del Cesareo, oltretutto, proviene dalla Procura della Repubblica di Paola; accolta dal Tribunale di Paola. Nonostante ciò, la responsabilità del Cesareo sarà valutata da un organo superiore: la Corte di Catanzaro, la quale sarà chiamata a valutare se il Cesareo Maurizio sia responsabile per la morte del Novellis.
Dunque, il caso non è chiuso; anche nei confronti della clinica Casa di Cura Istituto Ninetta Rosano, Tirrena Hospital di Belvedere Marittimo, il caso non è chiuso.
Tanto solo per amor di notizia vera; senza dedurre altre obiezioni.
Avvocato Antonio Crusco
La precisazione dell'avvocato Luigi Crusco
Grisolia, 7 ottobre 2024 - Sulla asserita partecipazione dell'avvocato Luigi Crusco al procedimento sul caso Novellis, interviene lo stesso legale per smentire quanto affermato in una nota diffusa dall'avvocato Tommaso Cesareo sulla vicenda giudiziaria. Ecco di seguito il testo inviato dall'avvocato Luigi Crusco
"Si apprende dall'articolo apparso su miocomune che l'avvocato Luigi Crusco di Scalea abbia preso parte al processo penale quale procuratore e difensore delle parti civili costituite nel procedimento penale instauratosi a seguito della morte del sig. Pietro Novellis avvenuta il 31 luglio 2020, conclusosi con l'assoluzione del
Sanitario ed il conseguente mancato accoglimento delle istanze delle parti civili.
La notizia del coinvolgimento professionale dell'avvocato Luigi Crusco, quale rappresentante delle parti civili, nel procedimento penale conclusosi dinanzi al Tribunale di Paola con il predetto esito non è corretta, anzi infondata. L'avvocato Luigi Crusco non ha partecipato al richiamato procedimento sotto nessuna veste.
Risulta necessario ed opportuno tale precisazione non solo in ossequio alla verità, ma anche al fine di preservare al propria immagine professionalerispetto al risultato del procedimento a cui è stato associato con l'articolo”.
Avvocato Luigi Crusco
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