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Katarion: droga ed estorsioni sul Tirreno: la sentenza della corte d'appello per l'abbreviato

Aggiornamento: 9 apr

Droga ed estorsioni sul Tirreno, l'operazione Katarion del marzo 2021; ieri, la decisione della corte d'Appello sul processo che si è svolto con il rito abbreviato


Droga ed estorsioni sul Tirreno, l'operazione Katarion del marzo 2021; ieri, la decisione della corte d'Appello sul processo che si è svolto con il rito abbreviato

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Cetraro, 6 aprile 2024 – Droga ed estorsioni sul Tirreno cosentino, sentenza della corte d'Appello di Catanzaro per il processo, celebrato con rito abbreviato, scaturito dall’inchiesta della Dda di Catanzaro, denominata “Katarion”. Attività di indagine che si è svolta principalmente nell'area del Tirreno cosentino e riferita al sodalizio criminale legato al clan Muto di Cetraro, terminata, come si ricorderà, nel mese di marzo del 2021. Il giudice della Corte d'Appello, ieri ha sostanzialmente rideterminato le pene al ribasso e, in due casi ha accolto il concordato.


Due imputati hanno scelto ed ottenuto il concordato. In pratica, il concordato in appello è l'istituto previsto dal codice di procedura penale, introdotto dalla legge n. 103 del 2017, che consente alle parti di concordare sull'accoglimento dei motivi di appello, in tutto o in parte, con rinuncia agli altri eventuali motivi. In questo modo, gli imputati sono messi al riparo dalla carcerazione.

Si tratta di:

  • Alessio Presta, alias Campanellino, 27 anni di Buonvicino, condannato a 4 anni di reclusione e 16mila euro di multa, con revoca delle pene accessorie, assistito dall'avvocato Francesco Liserre; in I grado era stato condannato a 5 anni e 8 mesi.

  • Anna Elisa Esposito, 29 anni, di Buonvicino, condannata a 2 anni e 10 mesi di reclusione e 13.934 euro di multa, con revoca delle pene accessorie, assistita dall'avvocato Francesco Liserre. In I grado era stata condannata a 4 anni e 2 mesi di reclusione.


Le altre pene inflitte:

  • Franco Valente, conosciuto come “Number one”, 60 anni di Scalea, pena rideterminata in 10 anni di reclusione. Valente è assistito dall'avvocato Rossana Cribari. In I grado era stato condannato a 13 anni e 10 mesi.

  • Giuseppe Antonuccio, 30 anni, conosciuto come Garibaldi, di Cetraro, assoluzione dal capo 2, con pena rideterminata in 5 anni e 8 mesi e 24.000 euro di multa. In primo grado era stato condannato a 6 anni di carcere e 25mila euro di multa. Antonuccio è difeso dall'avvocato Cesare Badolato.

  • Mario Cianni, 57 anni, di Cetraro, condannato a 16 anni di reclusione, difeso dagli avvocati Giuseppe Bruno e Armando Sabato. In I grado era stato condannato a 18 anni di reclusione.

  • Poldino Cianni, 38 anni, di Cetraro, condannato a 6 anni; assistito dall'avvocato Cesare Badolato. In I grado era stato condannato a 7 anni e 4 mesi.

  • Flavio Graziosi, 25 anni di Cetraro, condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione. Il cetrarese è difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Giovanni Salzano; in I grado era stato condannato a 8 anni e 2 mesi.

  • Alfonso Scaglione, 54 anni di Scalea, è stato condannato a 5 anni e 8 mesi e 24mila euro di multa. Scaglione è assistito dall'avvocato Antonio Crusco che in I grado aveva ottenuto l'esclusione del reato associativo. Sempre nel precedente grado di giudizio, Scaglione era stato condannato a 7 anni e 6 mesi.

  • Maurizio Tommaselli, 65 anni, di Guardia Piemontese, è stato assolto dal capo 1, e la corte d'Appello ha rideterminato la pena in 5 anni e 20mila euro di multa. Tommaselli è difeso dall'avvocato Marco Bianco; in I grado era stato condannato a 9 anni e 4 mesi.

  • Luigi Tundis, 47 anni, di Cetraro, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi e 16mila euro di multa, con revoca delle pene accessorie; è difeso dall'avvocato Cesare Badolato. In I grado era stato condannato a 5 anni.

  • Gianluca Vitale, 42 anni di Siderno, è stato condannato a 8 anni, confermata la pena inflitta in I grado; è assistito dagli avvocati Riccardo Errigo, Giuseppe Bruno e Armando Sabato.

  • Concettina Zicca, 46 anni di Cetraro, è stata condannata a 2 anni e 10 mesi di reclusione e al pagamento di14mila euro di multa. Difesa dagli avvocati Armando Sabato e Giuseppe Bruno, in I grado era stata condannata a 4 anni e 8 mesi.


L'operazione Katarion era stata portata a termine dai carabinieri delle compagnie di Paola e Scalea, il 10 marzo 2021, quando avevano dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 33 soggetti. Poi in primo grado gli indagati avevano scelto strade diverse.


Sono circa 250 gli episodi di cessione di stupefacenti documentati agli atti, dalle attività investigative ed è questa la base dell'operazione Katarion. Tra gli altri reati contestati, anche: associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti; estorsione, tentata e consumata, aggravata dal ricorso al metodo mafioso; detenzione illegale di armi da fuoco. Il procuratore generale Raffaele Sforza, a conclusione della sua requisitoria, aveva chiesto, in buona sostanza, la conferma delle pene determinate in I grado, al termine della sentenza dello scorso 29 aprile 2022 emessa dal Tribunale di Catanzaro.


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