Ospedale: i sindaci di Praia e Tortora pronti a chiedere il risarcimento
L'intimazione, tramite il legale, Francesco Cristiani, a dare esecuzione alle sentenze per l'ospedale di Praia a Mare. Pronti a chiedere il risarcimento per eventuali danni causati ai cittadini in caso di mancata assistenza sanitaria
PRAIA A MARE – 22 apr. 22 - Per l'ospedale di Praia a Mare regna il silenzio assoluto da parte delle autorità preposte a dare esecuzione alle sentenze del Consiglio di Stato. Il nosocomio dell'alto Tirreno cosentino appare in una situazione simile a quella del porto di Diamante. A questo punto si potrebbe definire come “l'ospedale delle nebbie”. Perchè, ogni volta che si riprendono in mano i bandoli della matassa, la struttura viene avvolta da fitte nebbie e ciò che viene sentenziato dal massimo organo di giustizia, poi in effetti non viene messo in pratica. Eppure, è situazione nota quella dell'ospedale di Praia a Mare, che rappresenterebbe l'unico importante presidio per le popolazioni dell'alto Tirreno, per i residenti nei paesi montani; limiterebbe la percorrenza di lunghe distanze da parte dei pazienti nell'unica, trafficatissima, via di collegamento, la Statale 18. Insomma, questioni trite e ritrite che sulla carta vengono condivise da tutti e che poi, invece, chissà per quali oscuri motivi, non trovano mai applicazione dal punto di vista pratico e burocratico. Eppure, ci sono delle chiare sentenze del Consiglio di Stato.
I sindaci di Praia a Mare, Antonio Praticò, e di Tortora, Antonio Iorio, hanno dato mandato all'avvocato Francesco Cristiani per sollecitare l'esecuzione delle sentenze e sono pronti ad andare fino in fondo, anche a farsi risarcire, in caso di inadempienze che causano problemi alla popolazione. E sono destinatari della formale comunicazione: il commissario ad acta per l'ospedale, Sciabica; il commissario della Regione Calabria, Occhiuto; il commissario dell'Asp di Cosenza, La Regina; la presidenza del consiglio dei ministri; il ministero della salute; le avvocature generale e distrettuale dello Stato, la Prefettura di Cosenza. L'oggetto della comunicazione è l'ottemperanza alla sentenza n.384/2022, emessa dal Consiglio di Stato, Sezione III, il 13 gennaio 2022 e pubblicata il 21 gennaio 2022. Si contesta: “il gravissimo stato di inerzia del commissario straordinario per l'attuazione del piano di rientro della Regione Calabria, il quale, ad oggi, ha totalmente disatteso l'obbligo di dare esecuzione alle sentenze rese inter partes dal Consiglio di Stato conformemente alle prescrizioni organizzative formulate con il decreto del Commissario ad acta del 18/09/2017.
In costanza di giudicato del Consiglio di Stato, totalmente disatteso da parte della struttura commissariale regionale – si legge - si invita il Commissario ad acta, già nominato con la sentenza n.1153/2017, a subentrare, con i poteri sostitutivi conferitigli e con effetto immediato, all'inadempiente commissario straordinario della Regione Calabria, così portando a compimento quanto già definito con il cosiddetto Decreto Sciabica, integralmente recepito dal Consiglio di Stato”. Epoi, nella comunicazione si precisa: “Attesa la straordinaria delicatezza della materia, trattandosi di interessi preminenti costituzionalmente garantiti, qual è il diritto alla salute, i comuni di Praia a Mare e Tortora anticipano sin d'ora la loro ferma volontà di esperire ogni azione al fine di garantire l'imprescindibile osservanza dei livelli essenziali di assistenza (LEA) ed il rispetto della cosiddetta golden hour nella medicina d'urgenza. Si anticipa, inoltre, l'intento condiviso dalle Amministrazioni comunali di avviare un'azione di risarcimento del danno nei confronti delle istituzioni regionali e nazionali, tuttora inadempienti e responsabili dei risvolti negativi sulla popolazione e conseguenti al degrado in cui attualmente versa la zona d'interesse. In caso di esito positivo di tale azione, i Comuni di Praia a Mare e Tortora si impegnano ad istituire un fondo nel quale confluirà la somma eventualmente ricavata, che sarà destinata ai parenti delle
vittime del sistema sanitario nell'ambito territoriale in oggetto. La situazione sanitaria, nei termini sopra descritti, infatti, espone la popolazione residente e dimorante ad un gravissimo rischio per assoluta carenza di ogni minima attività di assistenza”.