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Paola, suicidi in carcere: disposta l'autopsia per il tunisino

La situazione del carcere di Paola fotografata da Antigone; intantuo sui suicidi è stata disposta l'autopsia per il tunisino


La situazione del carcere di Paola fotografata da Antigone; intantuo sui suicidi è stata disposta l'autopsia per il tunisino

Paola, 10 gennaio 2025 – Suicidi in carcere, è stata disposta l'autopsia per il tunisino morto nei giorni scorsi nella struttura penitenziaria di Paola. Due storie di vita diverse che, a quanto pare, solo casualmente accomunano un detenuto che si trovava in isolamento nel carcere di Paola ed un assistente amministrativo della stessa casa circondariale di contrada Deuda, quest'ultimo con problemi familiari. Entrambi, in ogni caso, non potranno certamente rappresentare solo un “numero” nelle statistiche dei suicidi nelle carceri italiane, ma dovrebbero essere invece uno dei tanti motivi per cercare di arginare il fenomeno che purtroppo assume un carattere nazionale come confermano i dati delle associazioni e dei sindacati della polizia penitenziaria.


In poche ore due morti

Come è noto sono due i suicidi avvenuti nella struttura carceraria di contrada Deuda tra Paola e San Lucido sul Tirreno cosentino, nel giro di poche ore. Per il primo, L.B. di origine tunisina, 40 anni, ristretto in isolamento è stata disposta l'autopsia per chiarire ulteriori particolari su quello che, sembra essere confermato, si tratti di un suicidio. Avrebbe utilizzato un indumento, una semplice maglia per farla finita, intorno alla mezzanotte dello scorso 7 gennaio, nella propria cella dove, dopo poco, lo hanno trovato le guardie carcerarie privo di vita. Il magistrato di turno ha comunque disposto l'esame autoptico per avere chiara la situazione.


Problemi personali per l'assistente

Diversa invece la vicenda legata all'assistente amministrativo, F.M. di 48 anni, originario di Lauria in provincia di Potenza, che attualmente viveva nelle stanze della stessa struttura penitenziaria. Anni di vita familiare travagliati. Pensieri, situazioni che forse lo hanno indotto a compiere l'insano gesto. Da quanto si è appreso, in passato, circa venti anni fa, era stato un agente di custodia penitenziario, poi passato al ruolo di assistente amministrativo. Quest'ultimo è stato trovato nella palestra della struttura carceraria. Chi lo conosceva evidenzia il fatto che negli ultimi mesi apparentemente sembrava essere più tranquillo del solito. Eppure la decisione fatale nella mattinata dell'8 gennaio.

I due eventi drammatici hanno comunque richiamato l'attenzione dei sindacati di categoria della polizia penitenziaria che, alla luce dei primi cinque eventi mortali, nella prima settimana dell'anno, hanno ancora una volta chiesto un intervento deciso delle istituzioni.


I dati di Antigone

C'è da ricordare che lo scorso 20 giugno, in concomitanza con il suicidio in cella, sempre a Paola, di un ventunenne di Sala Consilina, era intervenuta anche l'associazione Antigone. A luglio, l'associazione evidenziava varie problematiche. “L'istituto – si legge nella nota dello scorso anno - non versa in uno stato di abbandono solo grazie agli spazi esterni molto curati, puliti, ordinati, con centinaia di piante, alberi, aiuole. Fa da contrasto a questo ambiente e spazi esterni gradevole una struttura che all’interno si presenta con intonaci scrostati, gravi infiltrazioni d’acqua, pareti da ritinteggiare e anche lesioni murarie nelle pareti esterne”. Al momento della visita nella struttura risultavano presenti 187 detenuti a fronte di una capienza di 181con un tasso di affollamento del 103,3%. Il carcere è stato costruito dopo il 1980 ed è stato aperto nel 1992. “L’intero stabile del carcere di Paola – si legge - necessita di interventi di manutenzione straordinaria, gli stessi rilevati nel corso degli ultimi tre anni, sia all'interno sia per quanto riguarda la struttura edilizia esterna”.


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