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Plinius, revocata la misura di libertà vigilata

Aggiornamento: 17 mag 2022

La decisione del giudice di Sorveglianza per un uomo di Scalea su istanza dell'avvocato Giuseppe Bello



SCALEA – 7 mag. 22 - Il magistrato di sorveglianza del tribunale di Agrigento ha accolto l’istanza di revoca, in via anticipata, della misura di sicurezza, si tratta della “libertà vigilata”, che avrebbe dovuto scontare un uomo di Scalea, M.Z. di 39 anni, coinvolto nell’operazione dei carabinieri di Scalea del 12 luglio 2013, denominata convenzionalmente “Plinius”.

L’imputato era accusato del reato previsto dall’articolo di legge, 416 bis, per aver partecipato all’associazione di stampo mafioso della ‘ndrina denominata “Stummo-Valente”, considerata legata alla cosca cetrarese “Muto”. L’istanza di revoca è stata presentata in largo anticipo dall’avvocato di fiducia del 39enne, Giuseppe Bello, del Foro di Paola.

La decisione è frutto del risultato di una serie di approfondimenti che hanno portato a giudicare “positivi” i comportamenti del 39enne nel programma di riabilitazione, secondo quanto conferma lo stesso magistrato di sorveglianza. La richiesta è stata fatta dallo stesso avvocato Giuseppe Bello, per il suo assistito, prima che venisse applicata la misura decisa in fase processuale. Con la condanna in via definitiva era stato stabilito che all’espiazione della pena, l’uomo avrebbe dovuto scontare un ulteriore anno di libertà vigilata, ritenuta la presunta “pericolosità”.

Situazione che invece è andata in tutt’altra direzione, visto che il 39enne è stato, già da tempo, destinatario di una misura alternativa con l’affidamento in prova. Ed il comportamento nel periodo precedente ed anche in quello successivo è stato ritenuto esemplare, tanto da far venir meno i presupposti della supposta “pericolosità”.



L’avvocato Bello aveva presentato al magistrato di sorveglianza di Agrigento, competente per territorio, un’istanza in largo anticipo rispetto alla data in cui sarebbe dovuta avvenire l’applicazione della misura di sicurezza.

Tutto questo con la certezza che M.Z. avrebbe ottenuto quanto richiesto, per una piena riabilitazione. Sono infatti numerosi gli elementi emersi nei vari periodi che hanno portato a dimostrare un buon comportamento e che hanno fatto venir meno, secondo il giudice, i presupposti per l’applicazione dell’ulteriore misura restrittiva, con l’accoglimento, in via anticipata, della richiesta di revoca della misura di sicurezza.



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