Praia a Mare: un hub delle conoscenze al posto dei vecchi capannoni della ex Marlane
Un progetto da 15 milioni di euro nell'area dell'ex Marlane. L'iniziativa è dell'Istituto Isafom-Cnr, con il Comune di Praia a Mare e con altri otto partner
PRAIA A MARE – 23 nov. 21 - Un progetto da 15 milioni di euro; e Praia a Mare è l’unico comune della Calabria che ha partecipato, insieme al sindaco di Santa Maria del Cedro, Ugo Vetere, in qualità di presidente del Patto territoriale alto Tirreno cosentino e del Gal Riviera dei Cedri. La cifra, fanno sapere dal comune, sarà interamente destinata alle opere di riqualificazione infrastrutturale e di bonifica del sito dell’ex stabilimento “Rivetti”, anche noto come “Marlane”. L'iniziativa è dell'Istituto Isafom-Cnr, con il Comune di Praia a Mare e con altri otto partner. Si tratta di un “Hub delle conoscenze e del paesaggio”; Il bando è dell’Agenzia per la coesione territoriale. “La città di Praia a Mare – si legge in una nota - ha puntato con grande determinazione sulla rigenerazione di questo sito abbandonato da anni, la cui riqualificazione offrirà la possibilità di ridare dignità e decoro ad un’area oramai conglobata nel tessuto urbano, generando attività che coinvolgeranno le comunità del comprensorio con luoghi di aggregazione e di inclusione, nonché di formazione di professionalità altamente qualificate volte alla creazione di un sistema integrato tra il paesaggio, l’agroalimentare e il turismo, settori non ancora adeguatamente valorizzati, ma potenzialmente trainanti nel nostro sistema economico regionale”. Il sito della ex Marlane è ormai da anni in disuso e, come è noto, è stato oggetto di carotaggi nei terreni esterni, parte di indagini della magistratura, ed anche punto di attenzione per la presenza dei grandi capannoni ormai in disuso da molti anni.
Il sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò, e l’amministrazione comunale, sostengono che: “l’impianto industriale della ex Marlane, alla sua apertura, ha rappresentato, per tanti lavoratori e lavoratrici, la grande occasione per uscire dalla precarietà dei lavori saltuari e per guardare con fiducia verso il futuro; le cronache più recenti hanno, successivamente, raccontato di decine di morti le cui cause sarebbero da ricercare ed impiego delle sostanze usante nel ciclo di produzione. La rigenerazione del sito offrirebbe la possibilità di sanare almeno in parte la ferita ancora aperta nella comunità di Praia a Mare ed in quelle dei comuni vicini”. Giuseppe Tagarelli, responsabile scientifico del progetto, la nuova struttura “rappresenterà una fucina culturale, un luogo del fare e dello stare, progettato per favorire e accelerare l’incontro concreto tra le tecnologie 4.0 e la filiera delle imprese agroalimentari e turistiche in un percorso di ricerca, innovazione, dialogo e posizionamento della tradizione italiana nel panorama contemporaneo della produzione”. L’idea progettuale è stata presentata dall’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo, Isafom–Cnr, relativa alla manifestazione di interesse per la creazione di ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno, promossa dall’Agenzia per la coesione territoriale. Sono coinvolti nove partner: il comune di Praia a Mare; il Gal Riviera dei Cedri, il Patto territoriale alto Tirreno cosentino, il consorzio Ecotur, l’Istituto di Istruzione Superiore di Praia a Mare, la cooperativa Torre Nave, le Fondazioni Its Iridea ed Elaia Calabria e l’Unione nazionale Proloco d’Italia, sezione di Cosenza.
In programma anche ulteriori lavori: le opere di sistemazione e mitigazione dei valloni Vinciolo e Cangero per 7 milioni di euro, e altre importanti progettazioni e iniziative di carattere economico e culturale che riguardano l’area dell’Isola Dino con un laboratorio della biodiversità che supporterà il Parco Marino.