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Tentato omicidio a Belvedere, ravvisati i gravi indizi di colpevolezza per gli indagati

Il Gip del tribunale di Catanzaro ha esaminato gli elementi raccolti dagli investigatori e il racconto della persona offesa



BELVEDERE – 17 set. 22 - I quattro cetraresi finiti in carcere, secondo le prime ipotesi di accusa verrebbero inchiodati dalle dichiarazioni, coincidenti con i risultati dei rilievi investigativi, dello straniero addetto alla sicurezza, colpito alle gambe nella notte del 26 giugno 2021. I carabinieri della compagnia di Scalea, davanti al locale notturno avrebbero raccolto prove che confermerebbero la dinamica. Ma, come è noto, si tratta ancora di indagini preliminari e le persone raggiunte dall'ordinanza di custodia cautelare sono da ritenere innocenti fino all'ultimo grado di giudizio. La decisione di consegnare ai quattro cetraresi l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nasce dalla presenza di possibili gravi indizi di colpevolezza. Si contesta l'estorsione aggravata.



“La ricostruzione dei fatti e la disamina degli elementi di valutazione raccolti durante le indagini - si legge agli atti - inducono decisamente a ritenere, a carico degli indagati, la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di estorsione pluriaggravata”. Le dichiarazioni accusatorie vengono, al momento, ritenute “genuine, congrue e coerenti”. Si tratta del racconto della persona offesa “che ha consentito non solo di chiarire il ruolo ricoperto nella complessiva azione delittuosa da ciascuno degli indagati – si legge - quanto di attestare la piena consapevolezza dei correi in ordine alle ragione illecite sottese alla condotta dagli stessi posta in essere”. La vittima avrebbe descritto nei dettagli la dinamica delle azioni commesse, indicando, con sicurezza e precisione, le fasi precedenti, contemporanee e successive all’aggressione posta in essere ai suoi danni. E l'attività investigativa avrebbe prodotto riscontri che confermerebbero il racconto dello straniero gambizzato. Agli atti vengono evidenziati “gli esiti dell’attività investigativa espletata, anche con l'analisi dei filmati, che consentono di riscontrare la presenza di alcuni dei correi, compiutamente identificati dalle forze di PG e di riscontrare, in termini individualizzanti, il narrato della persona offesa”. Gli investigatori hanno anche rinvenuto un bossolo della pistola e, a breve distanza, anche tre cartucce integre. Il ritrovamento di tali elementi balistici, secondo quanto si legge, offre sin da subito validi elementi di riscontro sulla veridicità delle dichiarazioni della vittima e sulla esatta ricostruzione delle fasi cruciali dell'azione delittuosa.



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