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Scalea, 15 anni fa si discuteva sul futuro dell'aviosuperficie; non è mai "decollata"

Fissata per giovedì 13 aprile una riunione con i sindaci per discutere ancora della struttura, cancellata, al momento, dall'Enac

Il sopralluogo dell'assessore Incarnato nel 2008


SCALEA – L'aviosuperficie di Scalea non è mai stata presa in considerazione dalla politica. O meglio, è stata presa in considerazione, ma poi la struttura è rimasta sulle agende di chi negli anni si è alternato. E' stata semplicemente affidata a privati che ne hanno fatto ciò che hanno voluto. I cittadini, continuano a chiedersi: quali sono stati i riscontri in questi lunghi anni che possano aver portato almeno un beneficio, magari non solo al cittadino comune, ma pure a chi opera nel settore del turismo. E la risposta pare non ci sia. Dunque un'attività racchiusa in una cerchia ristretta, mentre l'aviosuperficie, almeno sulla carta progettuale, era stata concepita come una struttura che avrebbe almeno dovuto servire i 14 comuni facenti parte dell'ex “Patto territoriale”, ai quali si erano volentieri aggiunti anche Maratea, Lagonegro, Sapri che sulla carta avrebbero dovuto raccogliere benefici dalla struttura aviaria.

Intanto si apprende, almeno informalmente, di una riunione fissata per il prossimo giovedì 13 aprile, alle ore 17 con tutti i sindaci dell'ex “Patto territoriale”. I comuni, all'epoca, hanno sacrificato una fetta di finanziamenti destinati agli stessi cittadini, sotto forma di opere, per realizzare una struttura che invece, almeno fino ad oggi, non ha mai portato benefici a chi abita nella Riviera dei cedri, o, almeno, alla gran parte.



Le cronache ci riportano ad un incontro dell'8 febbraio 2008, 15 anni fa. In quella occasione, si discuteva, come sempre, sul “futuro” dell'aviosuperficie. In quella occasione era presente l’ex assessore regionale Luigi Incarnato. Venne svolto un sopralluogo dei tecnici e dei politici sull’aviosuperficie di Scalea. Scrivevamo: “E’ stata la prima volta, da quando è stata completata l’opera, costata ai contribuenti ben 26 miliardi delle vecchie lire, che un assessore regionale ha messo piede sulla pista della struttura. E, probabilmente, l’assessore Incarnato è rimasto meravigliato perché l’aviosuperficie di Scalea, pensata come un aeroporto di terza categoria, non è una cattedrale nel deserto, come rischia di diventare, ma è una infrastruttura, attualmente gestita solo per alcuni voli turistici, che vuole puntare, per volontà dei sindaci dell’alto Tirreno, molto più in alto; vuole diventare il volano del turismo, quello che sotto sotto cova da numerosi anni e che non riesce a trovare la valvola di sfogo perché imbottigliato fra scadenti collegamenti ferroviari, e una statale ridotta a strada urbana e carica di traffico, soprattutto nei mesi estivi”.



Quindi: nulla di nuovo. Si diceva allora: che i sindaci volevano uscire tutti insieme dall'isolamento. Incarnato dichiarava nel lontano 2008: «Noi siamo per sviluppare un programma di collegamento calabrese che ritorni in una concezione moderna all’uso della rete ferroviaria con le metropolitane di superficie. Se il Tirreno riesce a mettersi in rete riusciremo a creare una mobilità diversa dal passato. Sono qui per fare un sopralluogo sul sito dell’aviosuperficie – aveva detto Incarnato - per renderci conto di che tipo di struttura si tratta. Non è difficile fare come in altri stati, come la Spagna, dove solo a Madrid hanno programmato altri 7 aeroporti. La provincia di Cosenza è scollegata ad un sistema di sviluppo e per questo dobbiamo interrogarci come ricollegarla». Quale sarà il “nuovo” futuro dell'aviosuperficie? Continuano le riunioni, gli incontri, i sopralluoghi.



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