Scalea, dune artificiali per gli stabilimenti balneari: chiesto un incontro con la Regione
Per risolvere i dubbi sull'opportunità di utilizzare le dune artificiali a protezione degli stabilimenti balneari, è stato chiesto un incontro con la Regione
SCALEA – 4 nov. 22 - Le protezioni davanti agli stabilimenti balneari, realizzate con dune di sabbia raccolta sullo stesso arenile possono essere realizzate? E' la domanda che si pone, innanzitutto l'amministrazione comunale con a capo il sindaco Giacomo Perrotta, ma è un quesito al quale occorre dare una risposta, eventualmente con l'intervento di chi si occupa di demanio, della Guardia costiera, della guardia di finanza, degli uffici tecnici. E ieri pomeriggio, come annunciato, si è tenuta una riunione al terzo piano del comune di Scalea per cercare una soluzione alla problematica. Tradotto in burocratichese, vuol dire che, nel caso si procedesse alle barriere di sabbia a protezione degli stabilimenti balneari, non debbano insorgere problemi di qualsiasi genere. Insomma, una sorta di autorizzazione. Il sindaco Perrotta, al termine della riunione ha affermato che è necessario avere risposte certe dall'ente regionale: «Siamo arrivati alla conclusione – ha detto il sindaco – tutte le persone presenti alla riunione, che è necessario che la Regione si esprima in modo chiaro».
Presenti, fra gli altri, anche l'assessore Luigi Russo, i rappresentanti delle sigle sindacali Fiba, Sib e della Capitaneria di Porto. Il sindaco, Giacomo Perrotta, ha inoltrato immediatamente richiesta di incontro presso la Regione Calabria.
Sulla questione, interviene anche Italia nostra, sezione dell'alto Tirreno cosentino. Secondo gli ambientalisti, che intervengono con un pizzico di tono polemico si cerca di “capire la situazione normativa di questi interventi sulla spiaggia per proteggere le troppo avanzate strutture balneari, ma anche opere pubbliche che non hanno tenuto conto, anch'esse, del rischio mareggiate. “Il demanio marittimo – ricorda Italia nostra - è un bene pubblico della collettività che ha il diritto di usufruirne e non può essere lasciato alla mercé di privati che lo utilizzano come vogliono. Già le associazioni ambientaliste del territorio sono intervenute più volte nella questione. Vogliamo che si faccia finalmente chiarezza e che siano impediti eventuali abusi ed illegalità finora messi in atto che mettono in pericolo l’equilibrio dell'assetto costiero”. Secondo Italia Nostra, inoltre, le dune artificiali costiere impediscono la visuale e l’accesso alla spiaggia ed al mare tra Scalea e Diamante.
In altri luoghi d'Italia, come abbiamo già riportato ieri, sono addirittura le associazioni di bagnini a farsi carico della realizzazione delle dune artificiali, con l'utilizzo di fondi che mirano alla protezione dalle mareggiate.
IL MINISTERO DELLA CULTURA INTERPELLATO NEL 2021
SCALEA – Il ministero della Cultura, interpellato nel 2021 dagli ambientalisti scriveva, fra l'altro: “Si specifica che questo ufficio non ha le competenze necessarie a fornire indicazioni scientifiche in merito ad eventuali danni arrecati all'ambiente mediante la realizzazione delle suddette dune artificiali. Tuttavia, si chiede alle amministrazioni comunali, cui spetta la vigilanza e il controllo del territorio, di voler verificare quali strutture balneari siano interessate dalla realizzazione di tali opere di difesa, adottando, qualora siano riscontrate difformità rispetto ai progetti presentati per il rilascio di autorizzazione paesaggistica ai sensi dell'art. 146 del D. Lgs. 42/2004 e s.m.i., i provvedimenti di competenza atti a garantire il ripristino dello stato dei luoghi e fornendo contestualmente le necessarie informazioni alla scrivente. Inoltre, si chiede alle medesime Amministrazioni di voler verificare la sussistenza, o meno, nei rispettivi Piani Comunali Spiaggia, di specifiche indicazioni e/o prescrizioni in merito all'eventuale realizzazione di dune artificiali a difesa delle strutture balneari a permanenza annuale”.