Scalea, gare d'appalto e massoneria: le indagini e le perquisizioni dei locali
- miocomune.tv
- 28 gen 2021
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L'attività della Procura di Paola a Belvedere Marittimo, Aieta, Moliterno, Scalea, Guardia Piemontese, negli uffici della Provincia di Potenza

SCALEA – La città tirrenica torna al centro dell'attenzione della Procura della Repubblica di Paola. Non soltanto Scalea, ma anche altri centri della costa e della Basilicata per un'inchiesta che al momento vede 18 persone indagate, ma potrebbe avere ulteriori risvolti. La regia delle investigazioni è del procuratore di Paola, Pierpaolo Bruni, che ha amplificato la lente di ingrandimento fino a scovare presunti rapporti “deviati” tra massoneria e tecnici comunali, gare d'appalto cucite su misura e probabilmente anche altro. Sul territorio, l'operazione è dei carabinieri della locale Compagnia, coordinata dal capitano Andrea Massari, con il supporto di numerose unità operative della Legione dell'Arma. Un'attività che appare complessa e che si è insidiata nelle maglie di una fitta rete. Ieri, i militari sono usciti allo scoperto dopo aver svolto per mesi una minuziosa indagine, e su disposizione della Procura della Repubblica di Paola hanno consegnato ai diciotto interessati un decreto di perquisizione locale e veicolare, con contestuale sequestro. Ma i reati ipotizzati potrebbero andare ben al di là delle ultime attività effettuate alla luce del sole.
Gli indagati sono: Luigi Cristofaro, 38 anni, di Scalea; Francesco Arcuri, 54 anni, di Diamante; Antonio Del Vecchio di Terranova del Pollino, 57 anni; Giuseppe Del Vecchio di Terranova del Pollino (PZ), 63 anni; Maria Grazia Melega, 30 anni di Santa Domenica Talao; Francesco Esposito, 37 anni, di Tortora; Paola Di Stio, 46 anni, di Belvedere Marittimo; Vincenzo Cristofaro, 51 anni, di Belvedere Marittimo; Silvano Cairo, 53 anni, di Belvedere Marittimo; Giuseppe D'Alessandro, 25 anni, di Scalea; Giuseppe Marsico, 59 anni, di Scalea; Marco Liporace, 43 anni, di Belvedere Marittimo; Giampietro D'Alessandro, 66 anni, di Scalea; Maria Petrone, 74 anni, di Scalea; Donato Vincenzo Rosa, 58 anni, di Scalea; Raffaele Grosso Ciponte, 56 anni, di Belvedere Marittimo; Giuseppe Caroprese, 56 anni, di Belvedere Marittimo; Gianfranco Amodeo, 59 anni, di Belvedere Marittimo.
L'indagine riguarda una presunta associazione a delinquere finalizzata “alla realizzazione di un programma criminoso avente lo scopo di commettere una serie indeterminata di reati contro la Pubblica Amministrazione e segnatamente i reati di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”. Inoltre, da quanto si legge agli atti: “Luigi Cristofaro, nella qualità di promotore e capo della associazione, Francesco Arcuri, Antonio Del Vecchio, Giuseppe Del Vecchio, Maria Grazia Melega e Francesco Esposito nella qualità di associati, costituivano e partecipavano ad una stabile organizzazione composta da professionisti, nella specie ingegneri e architetti, costituenti un vero e proprio “cartello” formato da due distinti gruppi di professionisti che, attraverso la presentazione di offerte precedentemente concordate e/o la partecipazione fittizia alle gare per conto della organizzazione, miravano a determinare l’aggiudicazione degli appalti ad una delle imprese della cordata, procedendo successivamente a suddividere gli importi liquidati dalle stazioni appaltanti a titolo di corrispettivo al 50% per ciascun gruppo, compreso, quindi, quello non aggiudicatario dell’appalto. Nello specifico, il programma criminoso prevedeva di partecipare, con tali modalità, a gare di appalto indette da Enti comunali”.
L'indagine della Procura di Paola e dei carabinieri della compagnia di Scalea ipotizza anche la promozione la partecipazione ad una associazione segreta. I componenti avrebbero “occultato la sua esistenza, tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali e rendendo sconosciuti in tutto e in parte i soci, così svolgendo attività diretta ad interferire sull’esercizio di amministrazioni pubbliche e enti pubblici con particolare, anche se non esclusivo, riguardo ai Comuni del versante tirrenico rientranti nella provincia di Cosenza, attività finalizzata all’accaparramento e spartizione di appalti pubblici”. Le investigazioni hanno individuato anche la presunta “base” nella quale avvenivano alcuni incontri. Un bar di Scalea dove potrebbe trovarsi anche parte della documentazione oggetto di indagine: comunicazioni, anche in chat, mail, documenti, atti, supporti, contenuta in sistemi informatici, telefoni cellulari e tablet e ogni altro apparecchio informatico e telematico. Per completare l'attività, ieri, i carabinieri della compagnia di Scalea hanno eseguito sul territorio una capillare attività di sequestro di atti, documenti, materiale informatico, ma anche di telefoni cellulari e altre attrezzature informatiche. I militari hanno effettuato l'attività nelle abitazioni, negli studi professionali, nelle automobili in uso agli indagati.