Scalea, morì in ospedale a Cetraro: condannati due sanitari
Scalea, morì in ospedale a Cetraro: condannati due sanitari. Dieci anni di battaglie legali. La parte civile difesa dall'avvocato Luigi Crusco
SCALEA – Morì dopo un ricovero all'ospedale Iannelli di Cetraro: condannati i due sanitari ritenuti coinvolti. Dieci lunghi anni di battaglia legale nel processo penale che vedeva costituiti parte civile i familiari del compianto F. Linza, di Scalea, deceduto, tra il 4 ed il 5 novembre 2013, all'età di 76 anni, mentre veniva trasportato in ambulanza da un ospedale all'altro, dopo essersi sottoposto ad una Tac. La perseveranza e la determinazione delle parti civili, assistite dall'avvocato Luigi Crusco che ha seguito costantemente l'evolversi della vicenda e sin dalle prime ore dei fatti, hanno trovato ragione nelle aule di giustizia.
Scalea, morì in ospedale a Cetraro: condannati due sanitari, anche in corte d'appello
Dopo che i due medici dell'ospedale di Cetraro, che hanno tenuto in cura il paziente in reparto, sono stati condannati dal Tribunale di Paola per il reato di omicidio colposo a 6 mesi di reclusione, pena sospesa, ed al pagamento, in solido con l'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, del risarcimento di una provvisionale, rinviando al giudice civile per l'esatta quantificazione, oltre spese legali, è intervenuta la sentenza della corte d'appello di Catanzaro che ha confermato la responsabilità, condannando gli imputati, in solido con il responsabile civile Asp di Cosenza, al pagamento della provvisionale, dichiarando prescritto il reato per il decorso del tempo. La soddisfazione per l'esito della delicata vicenda giudiziaria, ovviamente, non lenisce il dolore dei familiari, ma consacra la tutela del diritto alla salute ed alle cure a cui hanno voluto dare voce.
Scalea, morì in ospedale a Cetraro: condannati due sanitari. I fatti del 2013
La sentenza della corte d'appello di Catanzaro è dello scorso 31 maggio, in riforma della sentenza del Tribunale di Paola, che risale al 1 marzo 2021, appellata dagli imputati. Il tribunale catanzarese dichiara non doversi procedere nei confronti dei sanitari, in ordine al reato a loro ascritto, “per essersi lo stesso estinto per intervenuta prescrizione”, ma “conferma nel resto l'impugnata sentenza e condanna gli imputati ed i responsabili civili anche al pagamento delle spese”. Il paziente è deceduto il 5 novembre 2013, nella notte, per complicazioni intervenute nel frattempo. Secondo le ipotesi dell'accusa, i sanitari coinvolti avrebbero adottato “un comportamento imprudente e negligente, in quanto, in presenza di un paziente di età superiore ai 50 anni, con fattori di rischio”.
Scalea, morì in ospedale a Cetraro: condannati due sanitari
Si evidenzia, fra l'altro, un “ulteriore aggravamento del quadro clinico”, intervenuto nel periodo in cui il paziente era già stato trasferito dal pronto soccorso al reparto di destinazione. Un iter lunghissimo, si evidenzia, durato dieci anni. Iniziato con un “semplice” mal di pancia, lamentato proprio nell'ambiente familiare, dopo aver pranzato. Poi, il viaggio in ambulanza verso l'ospedale di Cetraro e nelle ore successive il decesso. La conclusione del processo, con le parti civili assistite dall'avvocato Luigi Crusco, che appunto consacra la tutela del diritto alla salute ed alle cure a cui hanno voluto dare voce i familiari dell'uomo di Scalea.