Scalea, violenza sessuale: una condanna a 5 anni e 5 mesi per un "Codice rosso"
Aggiornamento: 1 giu 2023
La decisione del Gip di Catanzaro. La vittima assistita dall'avvocato Adriano Presta
SCALEA – 18 mag. 23 - Una condanna per un caso di violenza relativa al cosiddetto “Codice rosso”. Vittima, una donna di Scalea, fidanzata convivente dell'imputato. L'uomo R.S., 30 anni, originario della Campania, ma domiciliato a Scalea, è stato condannato dal Tribunale di Catanzaro, Gip Sara Mazzotta, alla pena di 5 anni 5 mesi e 3 giorni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare. Il trentenne è stato dichiarato colpevole dei reati con l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. E' stato assolto dal reato di aver installato sul dispositivo mobile in uso alla donna, un virus informatico con cui ne avrebbe captato le conversazioni. I fatti risalgono al periodo di marzo 2021 fino a luglio 2022. Il trentenne è stato anche condannato al risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile, assistita dall'avvocato Adriano Presta, da liquidarsi in separato giudizio.
La motivazione nei successivi 90 giorni alla data della sentenza emessa nei giorni scorsi. I reati contestati al 30enne sono: maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale con l'aggravante. L'imputato, difeso dall'avvocato Antonio Crusco, è stato raggiunto dalla notifica del decreto di giudizio immediato, ha chiesto ed è stato ammesso al rito abbreviato secco. Il Gip del Tribunale di Catanzaro, competente per il cosiddetto codice rosso, ha quindi fissato l'udienza e, la vittima, si è quindi costituita parte civile, con l'assistenza dell'avvocato di fiducia Adriano Presta. Nella vicenda, una serie di querele. Un breve periodo di legame sentimentale e convivenza dal settembre 2021 al marzo 2022. La vittima ha denunciato ripetute offese verbali, minacce, violenze e atti di denigrazione, posti in essere in suo danno dall'imputato. Secondo l'accusa, la donna sarebbe stata più volte maltrattata, offesa nella dignità, e posta in uno stato di sofferenza morale e psichica. Una situazione che ha reso la vita della vittima e la sua esistenza particolarmente dolorose. Nel mese di giugno dello scorso anno il Gip di Catanzaro aveva anche emesso un'ordinanza cautelare idonea ad interrompere le condotte vessatorie e reiterate, disponendo il divieto di avvicinamento dell'uomo alla vittima ed ai suoi familiari, dovendosi mantenere ad una distanza minima di 300 metri e con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo con la stessa.
Misura poi sostituita dal Gip di Catanzaro il 31 luglio 2022, con gli arresti domiciliari per plurime e reiterate violazioni del divieto di avvicinamento e di comunicazione con la vittima.