Storie di violenza: «Ecco perché mi sono rivolta alla Ginestra»
Aggiornamento: 18 mag 2022
Una donna decide di raccontare la sua triste esperienza. «Ho deciso di scrivere questa lettera per rendere pubblica la mia storia affinchè possa essere di aiuto a tutte le donne»
DIAMANTE – 9 mag. 22 - Storie di violenza. ea racconta la protagonista di un paese del Tirreno cosentino. La donna si è rivolta allo sportello antiviolenza “La Ginestra” di Diamante, trovando assistenza da ogni punto di vista. L'obiettivo della donna vittima di violenza è quello di far sì che altre donne, nella stessa situazione, possano beneficiare della professionalità dello sportello “La Ginestra”. Scrive infatti la donna: “Spero vivamente che la mia storia possa incoraggiare tutte le donne in difficoltà, che soffrono in silenzio sotto ogni forma di violenza. Non rimanete in silenzio, fatevi aiutare, come ho fatto io”. Nella lettera, la vittima di violenza racconta: “Sono una donna di 38 della costa tirrenica cosentina e ho deciso di scrivere questa lettera per rendere pubblica la mia storia affinchè possa essere di aiuto a tutte le donne che subiscono violenza sotto ogni forma.
In un periodo difficile della mia vita, ho conosciuto un uomo, una persona meravigliosa, almeno così sembrava, allegra, vivace, premurosa, presente in ogni momento. Mi sono legata a lui inizialmente in maniera superficiale, poi il rapporto e’ diventato molto importante per entrambi. Dopo un po’ di tempo, ho iniziato a notare in lui cambiamenti, non era più la persona amorevole di sempre. Era diventato geloso, possessivo, sospettoso.
Non volevo ammettere a me stessa questo cambiamento da parte sua nonostante fosse evidente”. La situazione, racconta la donna, è peggiorata quando ha accettato un lavoro in altra zona. Dopo il trasferimento, la gelosia dell'uomo è divenuta una vera e propria ossessione. “Mi telefonava – racconta - in ogni momento delle giornata e della notte, voleva sapere che cosa facessi e soprattutto con chi fossi. Un giorno me lo trovai fuori dalla porta di casa, giustificandosi che era lì senza preavviso perchè voleva farmi una sorpresa. La sua sorpresa erano delle microspie che riuscì a mettermi in casa per controllarmi e che purtroppo scoprii solo dopo”. La donna si trovava a 400 km di distanza. In una delle tante scenate di gelosia che sfociavano sempre in fiumi di frasi denigratorie, violenze psicologiche, si verificò anche un atto violento: una spinta che fece cadere a terra la vittima. “Mi prese il telefono e andò via, lasciandomi a terra. Fu in quell’occasione che raccolsi il mio coraggio e decisi che dovevo allontanarmi da lui. Perchè era diventato pericoloso. Quel giorno ritornò dopo un paio d’ore chiedendomi scusa e implorandomi di perdonarlo, ma io ormai avevo preso la mia decisione. E da quel giorno iniziò il mio inferno. Conosceva tutti i miei spostamenti, mi mandava trenta messaggi al giorno, mi diceva pure come ero vestita, con chi avevo parlato durante il giorno. Mi diceva che me l’avrebbe fatta pagare, che mi avrebbe fatto del male. La mia vita era diventata un inferno, non dormivo più, non uscivo più se non per andare a lavorare. Disperata e impaurita mi sono recata al commissariato di polizia di Paola dove sono venuta a conoscenza dello sportello antiviolenza “La Ginestra” a diamante. Lì, ho trovato persone che mi hanno aiutata a ritrovare la serenità che avevo perduto, supportandomi psicologicamente ma soprattutto riuscendo a fermare chi aveva deciso di perseguitarmi e di farmi del male. Ad oggi dico ancora grazie alla Ginestra, perchè se oggi sono qui a raccontare la mia storia, è grazie all’associazione”.