Tragedia a Scalea, l'ultimo saluto a Ilaria e Antonio
Aggiornamento: 12 ott 2022
Il messaggio dell'amministrazione comunale su quanto accaduto domenica e sulle successive decisioni
SCALEA – 7 ott. 22 - Due funerali in un giorno.L'ultimo saluto della comunità a due giovani del posto. Una tragedia con un punto di non ritorno. Nella mattinata di ieri, parenti, amici, colleghi della guardia giurata del servizio Metropol, Antonio Russo, 25 anni, si sono ritrovati nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore per portare l'ultimo saluto al giovane. Momenti di tristezza e di riflessione, soprattutto intima, su quanto accaduto, sulla tragedia che ha sconvolto l'intera città del Tirreno cosentino, e non solo. Un “silenzio assordante” avrebbe detto qualcuno; carico di domande, e probabilmente con pochissime risposte. La salma della guardia giurata era giunta nella serata di mercoledì a Scalea, nell'abitazione dei familiari, ieri mattina la cerimonia funebre.
Nel pomeriggio di ieri, il secondo triste appuntamento, l'ultimo saluto della comunità alla giovane insegnante 36enne, Ilaria Sollazzo. Anche in questo caso, tante domande, e forse pochissime risposte, legate a tragiche certezze.
Per Ilaria Sollazzo nel pomeriggio di mercoledì era stato organizzato un incontro di preghiera nel piazzale della chiesa. Un ricordo degli amici, parenti e colleghi della giovane e “radiosa” Ilaria Sollazzo, così è stata definita più volte l'insegnante che, in una seppur breve esperienza al Liceo Metastasio, ha lasciato un traccia positiva del suo carattere, una persona definita: sorridente e affabile. Il parroco, don Cono Araugio, ha ricordato Ilaria Sollazzo, il suo impegno costante per la comunità della stessa Parrocchia, quella di San Giuseppe Lavoratore, che ieri le ha portato l'ultimo saluto. “Una persona molto disponibile, felice, meravigliosa, umile, dolce”, gli apprezzamenti per la giovane Ilaria sono tanti e durante l'incontro di preghiera c'è stato il tempo di evidenziare la figura dell'insegnante. «In pochi giorni di lavoro al Liceo Scientifico Pietro Metastasio di Scalea – ha raccontato una collega – i suoi alunni si sono subito affezionati. E, quindi, non c'è bisogno di aggiungere altro».
Insomma, ieri è stata una giornata molto triste per l'intera comunità. Un brutto evento di cronaca, quello di domenica notte, che resterà scolpito nella storia del centro turistico e che difficilmente verrà dimenticato. La coppia, ad agosto, in qualche modo aveva deciso di separarsi. La soluzione ad un rapporto che non funzionava più era, probabilmente, proprio quella di intraprendere due strade diverse. Una decisione sicuramente sofferta, forse ben ponderata da una parte; meno accettata dall'altra parte. La conclusione, però non doveva essere quella di domenica notte, forse nessuno se l'aspettava. Un evento che ha colto di sorpresa tutti e che si è concluso con la tragedia che ormai tutti conoscono. “Non resta che pregare per tutti”, ha evidenziato qualcuno.
IL MESSAGGIO DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Sono stati giorni difficili. Dalla notizia di quanto accaduto, passando per i primi istintivi tentativi di ricostruire la vicenda, le doverose e dolorose visite ai familiari di Ilaria e Antonio fino ai funerali.
Una serie di momenti intensi dal punto di vista emotivo che hanno messo a dura prova ciascuno di noi. Da cittadini siamo tutti sconvolti. Una notizia troppo tragica per passare inosservata.
Tante domande ci siamo posti ma fin da subito è stato chiaro a tutti che nulla sarebbe cambiato al di là delle risposte che saremmo stati in grado di darci o di trovare.
Umano aver provato rabbia ed incredulità per l'epilogo di una relazione tra due persone che non poteva essere più tragico. Una relazione finita come non doveva finire. Con la morte di Ilaria prima e poi, con un atto altrettanto tragico, drammatico ed estremo con il quale Antonio si è tolto la vita.
Cosa sia accaduto non lo sapremo mai e, sinceramente, poco importa perché ci sono due ragazzi che hanno perso la vita, due famiglie affrante ed una bambina che crescerà senza mamma e senza papà.
Di fronte a queste drammatiche evidenze, come Amministrazione Comunale della città di Scalea, ci siamo trovati a valutare le azioni ed i gesti da mettere in atto. Servivano gesti e azioni perché per le parole, era - e forse è ancora - troppo presto.
In questo momento inaspettato e che mai nessuno avrebbe voluto vivere, abbiamo ragionato tanto sul da farsi e la conclusione di tanti discorsi, di tante interpretazioni, alla fine è stata una: c'è una vittima di violenza ed il porre fine ad un’altra vita. Non si tratta di giudicare. Nessun giudizio. È un fatto. Una realtà immutabile che ha travolto tutti.
Il lutto per la vittima di un femminicidio non esclude, e mai escluderà, la sincera vicinanza alla famiglia di colui che in preda ad un incomprensibile e, sicuramente doloroso conflitto interiore, ha deciso di porre fine alla vita di lei e poi alla sua.
Il lutto per la vittima di un femminicidio non è mancanza di rispetto verso il dolore della famiglia di Antonio.
Il lutto cittadino per l’omicidio di Ilaria, è una presa d’atto.
Si prende atto di qualcosa che è successo ed ha turbato la serenità di tutti. Si prende atto che la città ha bisogno di coesione, di momenti di incontro, confronto, di elaborazione dei sentimenti individuali e collettivi, di maturità nel comprendere e nell’accettare la volontà altrui e l’altrui modo di interpretare la realtà.
C’è bisogno, altresì, di codificare la realtà per come ci si presenta e trarre insegnamenti dagli eventi che accadono.
Vedere che, mentre usciamo da una tragedia che dovrebbe averci abbattuto, fiaccato nell’animo e nello spirito, c’è invece chi trova la forza e la veemenza di puntare il dito, di dividere ancora una città con il morale in frantumi, ci fa paura.
C’è addirittura chi parla di incompetenza nella gestione di queste situazioni, ebbene ci auguriamo di essere sempre incompetenti in queste circostanze. A chi parla di incompetenza, diciamo che una carica istituzionale non rende né onnipotenti né supereroi ma, al contrario, in casi come questi più fragili ed indifesi.
Quindi non vi affannate, a ciascun giorno basta la sua pena ( Matteo 6,25-34 ) e la pena di questi giorni è la cosa più grande che sia mai capitata a tanti di noi.
Se qualcuno si è sentito offeso, chiediamo scusa ma ora è il momento di porci domande più profonde, interrogarci seriamente su quanto i nostri comportamenti quotidiani vadano nella direzione della costruzione di una società più serena, consapevole e matura che non arrivi per nessun motivo a vivere situazioni drammatiche come queste.
Cosa pensiamo di costruire seminando zizzania? Instillando rancore? Riversando risentimenti anche a margine di una tragedia tanto più grande di noi?
Stiamo vivendo una situazione che non si può spiegare, che merita silenzio e nella quale niente può cambiare la sostanza di quanto accaduto qualche notte fa. A nulla serve cercare il bersaglio “giusto” sul quale scagliare l’impotenza sociale che questa tragedia sta facendo montare.
Allora confrontiamoci sul perché è accaduto tutto questo e diamo ognuno il nostro contributo per evitare, con azioni concrete, di doverci trovare ancora di fronte a drammi così pesanti, drammi che nessuno meriterebbe di vivere da nessuna angolazione, che nessuno può affrontare da solo, e che solo una comunità unita con il tempo, la pazienza, il dialogo, il confronto ed il conforto reciproco può provare ad elaborare e ad evitare.
Scalea 07/10/2022
L’Amministrazione Comunale