Truffa da 700 mila euro ai danni dell'Agenzia delle Entrate: 3 arresti a Reggio Calabria
Scoperta a Reggio Calabria un’articolata associazione a delinquere che ha frodato lo Stato con falsi rimborsi Irpef, per la truffa ai danni dell'agenzia delle entrate, indagati 151 soggetti, tra cui pubblici ufficiali infedeli

Reggio Calabria, 27 febbraio 2025 - Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha scoperto una truffa ai danni dell’Agenzia delle Entrate per un valore di oltre 700 mila euro. L’operazione, che ha portato all’arresto di 3 persone e al sequestro preventivo di 718.426,25 euro, ha svelato un’articolata associazione a delinquere dedita alla frode fiscale attraverso falsi rimborsi Irpef.
I provvedimenti, emessi dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica, hanno colpito 151 soggetti indagati per reati quali associazione a delinquere, truffa, falso, sostituzione di persona e accesso abusivo a sistemi informatici. L’indagine, avviata nel 2019, è partita da una segnalazione della Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate che aveva rilevato anomalie in alcune dichiarazioni fiscali.
Il modus operandi della truffa
L’associazione criminale, organizzata in modo gerarchico, si serviva di intermediari per reclutare contribuenti, spesso ignari, ai quali promettevano facili guadagni sotto forma di rimborsi IRPEF. I contribuenti fornivano le proprie credenziali di accesso al portale dell’Agenzia delle Entrate, che venivano poi utilizzate per presentare dichiarazioni fiscali fraudolente.
Tra le tecniche utilizzate, l’inserimento di spese sanitarie inesistenti, la dichiarazione di familiari a carico fittizi e la richiesta di rimborsi per redditi mai percepiti. Per evitare controlli, i rimborsi richiesti non superavano mai i 4.000 euro, limite oltre il quale scattano le procedure automatizzate di verifica.
Il coinvolgimento di pubblici ufficiali
L’indagine ha anche portato alla luce il coinvolgimento di pubblici ufficiali infedeli, tra cui un ex dipendente dell’Agenzia delle Entrate, che fornivano credenziali di accesso ai contribuenti. La struttura criminale si avvaleva inoltre di CAF fittizi e centri di raccolta accreditati presso sigle sindacali, utilizzati per trasmettere le dichiarazioni fraudolente.
I legami con la ‘ndrangheta
L’operazione ha rivelato anche collegamenti con alcune cosche di ‘ndrangheta, in particolare quella dei Pisano, detti “i Diavoli”, attiva nella piana di Gioia Tauro. I membri dell’associazione trattenevano il 60% dei rimborsi illeciti, mentre il restante 40% veniva restituito all’organizzazione.
Le cifre della truffa
Sono stati individuati oltre 1.200 modelli dichiarativi infedeli, relativi agli anni di imposta dal 2016 al 2022, che hanno consentito illeciti rimborsi per un totale di 718.426,25 euro. Di questi, circa 312.119,29 euro sono stati corrisposti ai membri dell’associazione criminale.
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