Truffe e adescamenti di anziani: operazione internazionale Transilvania
I carabinieri e la polizia internazionale hanno catturato una banda dedita alle truffe agli anziani, nella locride
LOCRI – 20 mag. 22 - E' stata chiamata “Operazione Transilvania”, dal nome dell’area geografica punto di arrivo dei flussi finanziari che, secondo quanto ricostruito nelle indagini, sono stati illecitamente acquisiti dagli indagati.
L’attività d’indagine, avviata nel 2018 con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, nasce dall’ascolto del territorio e dal contatto diretto dell’Arma dei carabinieri con i cittadini, in funzione di polizia di prossimità e di rassicurazione sociale.
LA STRANIERA INNAMORATA DELL'ANZIANO – L'ORIGINE DELLE INDAGINI
L'attività prende vita dalla denuncia di un anziano, originario di un paese della locride, il quale si è rivolto alla locale Stazione Carabinieri, segnalando per primo di essere stato circuito da una giovane donna di nazionalità rumena la quale, fingendosi innamorata di lui, lo aveva indotto, nell’arco di un anno, a consegnarle, con danaro contante e versamenti tramite “Money Transfer” all’estero, la somma complessiva di 20.000 euro. La richiesta di aiuto dell’anziano non è rimasta inascoltata. I Carabinieri, infatti, intuendo che non poteva trattarsi di una condotta isolata e posta in essere da un unico soggetto, si sono attivati e, attraverso una mirata attività investigativa e tramite accertamenti di natura finanziaria sull’interessata, sono giunti in breve a disvelare un’articolata organizzazione criminale, dotata di una struttura piramidale, composta interamente da soggetti di nazionalità rumena, ognuno con un compito ben definito all’interno della rete.
LA RETE DEI MALVIVENTI
Secondo gli investigatori aveva un vertice stanziale in Romania e la propria base operativa in Italia tra Bianco e Melito di Porto Salvo (RC), con articolazioni nei comuni di Siderno, Rosarno, Bovalino, Reggio Calabria e Milazzo (ME). In particolare, l’associazione, facente capo a due coniugi originari di Bistriţa-Năsăud (Romania), si sarebbe avvalsa di giovani donne che, appositamente addestrate ed agendo singolarmente, dopo aver selezionato con attenzione le proprie potenziali vittime, generalmente uomini anziani di età compresa tra i 70 ed i 90 anni, attraverso modalità di circonvenzione ricorrenti, inducevano questi al versamento di cospicue e continue somme di danaro, fino a mille euro per singola transazione, che venivano ceduti dalla vittima direttamente nella mani della truffatrice, oppure bonificati ai vertici della banda in Romania.
LA TRUFFA
All’iniziale approccio al malcapitato, solitamente con la scusa di vendere oggettistica di esiguo valore come accendini e fazzoletti, seguiva la fase di “adescamento”, nel corso della quale le giovani, approfittando delle condizioni di solitudine e vulnerabilità delle vittime, si dichiaravano infatuate di quest’ultime, ma anche bisognose di danaro, adducendo nella maggior parte dei casi fittizi problemi di salute personali o dei propri familiari residenti, in particolare, nell’area est europea.
Nel corso delle indagini sono emersi anche significativi elementi di minaccia che connotavano molte delle richieste di danaro, trasformatesi in taluni casi in vere e proprie estorsioni allorquando la vittima, accortasi della spirale nella quale era incappata, decideva di non elargire nuove somme, per poi essere ricattata dietro l’intimidazione di rivelare la relazione clandestina ai familiari o all’eventuale coniuge nel caso in cui fossero cessati i versamenti.
UNA DOSE QUASI LETALE DI VALIUM PER LA VITTIMA
Di particolare rilievo – a conferma della spregiudicatezza dei componenti dell’associazione – è l’arresto operato nel dicembre 2018 dai militari della Stazione Carabinieri di San Luca, i quali sottoponevano a fermo di indiziato di delitto due donne dell’organizzazione, successivamente condannate e tutt’ora ristrette in carcere, responsabili di aver commesso una rapina in abitazione in danno di un settantasettenne precedentemente circuito, non prima di avergli somministrato una dose quasi letale di valium, causando all’uomo, nei giorni successivi all’evento, ben due infarti.
In altre due occasioni, rispettivamente nel dicembre 2018 e nell’aprile 2021, i Carabinieri traevano in arresto in flagranza di reato altrettante donne nel momento in cui queste riscuotevano i soldi oggetto di richiesta estorsiva conseguente alla ribellione da parte delle proprie vittime, le quali si vedevano costrette a pagare nuove somme affinché non venisse rivelata ai familiari la relazione.
La violenza con cui agiva la banda, nonché la ripartizione dei ruoli al suo interno, è altresì dimostrata dall’episodio avvenuto nell’ottobre 2018 a Grotteria (RC) che ha visto coinvolto un uomo quasi novantenne, condotto in un’abitazione privata in uso alla propria adescatrice, dando così il tempo ai complici della donna di sottrargli il portafoglio dall’autovettura.
LE INDAGINI CON EUROPOL
Il carattere transnazionale dell’organizzazione, i cui appartenenti dopo aver perpetrato le proprie attività delittuose sul territorio nazionale, facevano periodicamente rientro alla base logistica sita in Romania per ridefinire le strategie operative e spartirsi i proventi delle condotte illecite, ha fatto emergere la necessità per gli investigatori di avviarne il monitoraggio degli spostamenti tramite i canali di cooperazione internazionale di polizia. Lo sforzo sinergico tra le articolazioni territoriali dei Carabinieri della provincia di Reggio Calabria ed EUROPOL – l’Agenzia europea con sede all’Aia che a partire dal 1999 è impegnata in prima linea, agevolando lo scambio di informazioni tra gli Stati membri nel contrasto al crimine organizzato nelle sue diverse forme – ha consentito la localizzazione di 16 soggetti destinatari di misura cautelare, 13 dei quali individuati tra la Romania, la Germania e l’Olanda. I restanti indagati in stato di libertà rispondono delle medesime condotte di circonvenzione, mentre sono una quindicina le vittime accertate nell’arco temporale coperto dall’indagine.
LA CATTURA
Le fasi della cattura, hanno visto la cooperazione di polizia affiancata alla cooperazione giudiziaria tra Procure: contestualmente all’esecuzione dei Mandati di Arresto Europeo, le polizie rumena e tedesca – su richiesta della Procura della Repubblica di Locri previe interlocuzioni con i Procuratori esteri – hanno operato perquisizioni personali e locali nei confronti degli indagati, sequestrando dispositivi telematici il cui contenuto sarà oggetto di successiva analisi a consolidamento del quadro probatorio delineatosi nel corso delle indagini preliminari. Nell’ambito della medesima investigazione, sono stati inoltre censiti, mediante la collaborazione con le articolazioni competenti di Europol, flussi illeciti di denaro per oltre 1 milione di euro.
I sodali indagati nell'ambito del procedimento, attualmente pendente nella fase delle indagini preliminari, e le cui responsabilità dovranno essere accertate in sede di giudizio, dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla circonvenzione di incapace, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, rapina ed estorsione.
Il servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia ha permesso di rintracciare e catturare in Romania, Inghilterra e Francia 7 latitanti rumeni, tutti destinatari di mandati di arresto europeo per reati commessi in Italia e collegati a vario titolo con i membri dell’organizzazione criminale investigata.