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Si presenta alla polizia per rinnovare il permesso, ma il passaporto è falso: arrestato

Dagli accertamenti effettuati, grazie all’uso degli strumenti per l’analisi del falso documentale in dotazione al personale della Polizia di Stato addetto all’Ufficio Immigrazione, sono state riscontrate alcune anomalie tali da ritenere una alterazione del documento


"Regula", lo strumento in dotazione alla polizia
"Regula", lo strumento in dotazione alla polizia

COSENZA – 11 feb. 21 – Il personale della Polizia di Stato, ufficio immigrazione della Questura di Cosenza, ha proceduto all’arresto obbligatorio in flagranza per violazione dell’articolo di legge sul possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, di un cittadino extracomunitario di 25 anni che si era presentato presso gli sportelli con un passaporto alterato, per la conversione del permesso di soggiorno.

Dagli accertamenti effettuati, grazie all’uso degli strumenti per l’analisi del falso documentale in dotazione al personale della Polizia di Stato addetto all’Ufficio Immigrazione, sono state riscontrate alcune anomalie tali da ritenere una alterazione del documento in apparenza valido per l’espatrio.



Dalle successive verifiche da parte del personale della Polizia di Stato con specifica formazione in materia di contrasto al “falso documentale”, che oltre a comparare i documenti con gli specimen dei documenti rilasciati da altri stati, in alcuni casi utilizza particolari e sofisticate apparecchiature si è, pertanto, riusciti inconfutabilmente a confermare l’alterazione del documento, appurando che erano state inserite diverse pagine false, tra le quali quella riportante i dati anagrafici su un passaporto valido, emesso effettivamente dallo stato della Guinea ma destinato originariamente ad altro soggetto.

Per tali ragioni lo straniero è stato arrestato e messo a disposizione della competente autorità in attesa dell’udienza per il rito direttissimo.

Questo è il quinto caso, in poche settimane, in cui viene individuato un passaporto falso, apparentemente rilasciato da paesi dell’area sub-sahariana del continente africano, utilizzati per cercare di ottenere il rilascio di permessi di soggiorno.

Il fenomeno è particolarmente monitorato dal personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Cosenza che ha costituito un gruppo di esperti in “falso documentale” al fine di contrastare con maggiore incisività il fenomeno in parola.



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