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Verbicaro, accusato di estorsione: assolto dal tribunale

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  • 27 mar 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 2 apr 2021

L'uomo, assistito dagli avvocati Bruno e Sabato, è stato assolto con la formula "Perché il fatto non sussiste”


VERBICARO – 27 mar. 21 - Era accusato di minacce e conseguente estorsione, il tribunale di Paola lo ha assolto dal reato contestato con la formula più ampia: “perché il fatto non sussiste”. L'imputato è Marcello Lamoglie, di Verbicaro, assistito dagli avvocati Giuseppe Bruno e Armando Sabato. La decisione è stata presa dal Tribunale di Paola, presieduto da Alfredo Cosenza, a latere Federica Altamura e Carla D'Acunzo. Il giudice Cosenza si è riservato i novanta giorni di tempo per il deposito delle motivazioni. Il Tribunale ha, dunque accolto la tesi elaborata dagli avvocati di fiducia dell'imputato, Giuseppe Bruno e Armando Sabato, che, anche in fase di istanza di richiesta di remissione in libertà avevano anticipato, in qualche modo, la linea di difesa. Il presunto episodio di estorsione sarebbe avvenuto tra il 2018 ed il 2019. All'epoca, era culminato con l’arresto di Marcello Lamoglie da parte dei carabinieri della compagnia di Scalea. Gli avvocati Bruno e Sabato, nel corso dell'udienza che ha stabilito la remissione in libertà dell'indagato, avevano cercato di dimostrare il fatto che la presunta vittima fosse incapace di intendere e di volere, e quindi le dichiarazioni rilasciate non troverebbero alcun fondamento. Gli avvocati Bruno e Sabato hanno prodotto, fra l’altro, ampia certificazione sulla situazione della presunta vittima che, in base a quanto sostenuto dal centro di igiene mentale di Scalea non sarebbe in grado di poter raccontare in maniera compiuta i fatti.



I carabinieri della locale stazione, a luglio del 2019, avevano contestato il reato di minacce e conseguente estorsione. Secondo l'accusa formulata, l'imputato, avrebbe approfittato della situazione della vittima il 68enne, R.A. di Verbicaro, per spillargli del denaro. Era stato il 67enne a denunciare i fatti ai carabinieri, ma, come è emerso, il quadro della situazione sarebbe stato totalmente diverso e non ci sarebbero state, secondo la difesa, le “continue minacce di morte e le conseguenti estorsioni”. Tanto è vero che il Tribunale di Paola, nella decisione assolutoria dell'imputato ha anche aggiunto la “restituzione all'avente diritto delle banconote in sequestro”. Era stata la vittima a denunciare i fatti che avrebbero avuto origine sin dal mese di giugno del 2018. Nei giorni scorsi, la decisione del Tribunale di Paola che ha accolto interamente la tesi degli avvocati difensori di Lamoglie.



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